E’ una vecchia storia il processo 1414/2012, altrimenti noto come “Sistema Iorio”, avviatosi nell’aprile del 2012: un calderone di reati che coinvolge editori, tra cui Ignazio Annunziata , editore ai tempi del freepress la Gazzetta del Molise, giornalisti, tra cui anche il direttore di Telemolise e una miriade di imprenditori e funzionari regionali per vicende completamente diverse e non collegate tra loro.
Il pubblico ministero Francesco Santosuosso ha chiesto condanne per tutti e 16 gli imputati, condanne a vario titolo che vanno dai 12anni ipotizzati per Annunziata, ai 6 chiesti per Iorio e ai tre-4 anni per le posizioni minori, i cosiddetti reati di propaganda politica all’ex Governatore Iorio da parte di alcuni media locali.
In aula ha parlato anche l’avvocato della Regione Molise, costituitasi parte civile, Giuseppe Forcione.
Nelle prossime udienze, fissate a luglio e a ottobre del 2021 parleranno le difese, l’avvocato Arturo Messere ha già dichiarato che nella sua requisitoria ribalterà le tesi dell’accusa dimostrando che il normale lavoro dei giornalisti non può essere trasformato in reato, né la libertà di stampa e la libertà di opinione possono essere processate perché garantite dalla Costituzione Italiana.
“Dopo 10 anni di processo non ho ancora ascoltato una sola motivazione derivante da una prova che giustifichi le richieste di condanna – ha detto Michele Iorio – assisto solo a libere interpretazioni dell’accusa che verranno puntualmente confutate dai miei legali visto che durante la mia carriera politica in Regione ho subìto tanti processi tutti terminati con l’assoluzione con formula piena”.