Il risultato è appeso a un filo e nella partita in programma domani sulla mozione di sfiducia firmata da Cinque stelle, Pd, Iorio e Aida Romagnuolo il segno ics è quello che alla vigilia appare il più probabile.
Dopo aver convinto Filomena Calenda a ritirare la firma dalla sfiducia con un incarico da assessore, Toma è alle prese con quello che sembra l’ostacolo più difficile da rimuovere. Sulla strada della prosecuzione della legislatura ci sono proprio l’ex governatore e l’ex leghista.
Il primo ha da tempo assunto una posizione inizialmente defilata dalla maggioranza, per poi arrivare a smarcarsi e a firmare la mozione con Pd e cinque stelle.
La seconda, dopo aver rifiutato di guidare l’assemblea di via IV novembre non ha trovato gli spazi giusti e ha preferito continuare a svolgere il ruolo di battitore libero.
Entrambi, tuttavia, pongono sul tavolo questioni legate alla gestione della pandemia. Sia Iorio che Romagnuolo si battono per il centro Covid a Larino e per il potenziamento di alcuni ospedali. Ma tutti e due non nascondono la delusione nei confronti di un esecutivo al quale non hanno finora fatto sconti.
La loro appartenenza a Fratelli d’Italia, arrivata nel corso della legislatura, li pone ora di fronte a quelle che saranno le scelte del partito e proprio nel pomeriggio è in programma un incontro in videoconferenza con i vertici nazionali al quale sono chiamati a partecipare i consiglieri regionali, quindi anche l’assessore Pallante il cui voto a favore di Toma non sembra essere in discussione, il coordinatore regionale del partito. Il deputato Giovanni Donzelli, responsabile degli enti locali, coordinerà i lavori.
Non hanno invece sortito alcun effetto i richiami di Andrea Greco su Vincenzo Niro, indicato dal pentastellato quale possibile undicesimo voto a decretare la sfiducia a Toma e la fine anticipata della legislatura. Significherebbe, ha fatto sapere Niro, far precipitare il Molise in un caos indescrivibile.
Stando ai si dice, il dieci a dieci di domani potrebbe anche rappresentare un nuovo punto di ripartenza. Il pallino rimarrebbe comunque nelle mani di Toma e la strada di un veloce rimpasto potrebbe anche rimettere in asse la maggioranza. Domani il nuovo colpo di teatro è atteso in Consiglio regionale alle 10.