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venerdì, Luglio 4, 2025

Vivere l’arte, il progetto CONDOART

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CondoArt è un progetto pionieristico di rigenerazione architettonica che, nella sua fusione con i linguaggi delle arti visive, è partito dal recupero di un edificio per espandersi e aprirsi verso lo spazio della città.
Condoart, infatti, grazie alla volontà colta e intelligente di Vittorio Morelli, rappresenta un esempio virtuoso di arte urbana e di valorizzazione che ha coinvolto l’architetto Jacopo Di Cristofaro
e l’artista visivo Elio Cavone, in un intervento integrato che ha visto trasformare completamente l’assetto di un palazzo, in precedenza piuttosto anonimo, per trasformarlo in un segno estetico, urbanistico e culturale e in un forte messaggio di rinnovamento.

L’intervento è di grande valore e foriero di sviluppi futuri anche perché coinvolge un’area come quella di Corso Giuseppe Mazzini a Campobasso, subito a ridosso del centro storico della città, che si connota
per la sua mescolanza di edifici di epoche diverse. Vittorio Morelli racconta in questo stesso volume come sia nata l’idea di Condoart, nei suoi viaggi tra Londra e Barcellona, città dove progetti coraggiosi come questo sono molto diffusi, e come la sua volontà sia riuscita a realizzarsi in una struttura viva e dinamica che marca in modo deciso e vitale lo spazio dove sorge, fornendo un esempio per altri
possibili e futuri interventi.


Paradossalmente, sembra difatti quasi che
CondoArt dia vita a un dialogo felice e rispettoso con le costruzioni del centro storico e dell’area post-unitaria poco distante, rinnovando tuttavia anche la presenza degli edifici più
recenti che si trovano nei suoi pressi. Questo accade perché CondoArt mescola la sintesi razionale del Novecento più innovativo, armonizzandola però anche con i prospetti degli edifici più storici, dai più poveri ai più ricchi, che volevano avere almeno un segno, anche piccolissimo, di natura estetica, lasciando traccia viva della cultura che rimodella la natura che,splendida, forte e dura, circonda la città.
Questo progetto si colloca così al centro di una corrente virtuosa, che riprende in modo consapevole alcuni grandi modelli delle avanguardie storiche, collocandoli però in una dimensione contemporanea all’interno di quel grande movimento di rigenerazione e di rivitalizzazione delle città internazionali che unisce architetti, urbanisti, intellettuali, imprenditori innovativi e artisti visivi.


CondoArt riannoda infatti legami importanti con una storia che, ad esempio, parte dal Futurismo e dalla sua volontà di fare entrare l’arte nello spazio della vita, in una visione che trovava nello spazio urbano il suo punto nodale di sviluppo dove artisti come Balla o Depero potevano progettare questa estensione in modo totale, dal quadro al mobile, dalle luci artificiali fino a una nuova idea dell’intero edificio. Va ricordato anche come questi fondamenti teorici abbiano trovato uno sviluppo nell’opera di Gino Marotta, un grande artista internazionale nato a Campobasso che ha saputo superare i confini tradizionali delle arti, anche nelle sue importanti collaborazioni con alcuni dei maggiori architetti italiani, un autore geniale che ha saputo progettare e realizzare opere che dovevano uscire dai vecchi steccati, creando un nuovo senso dello spazio esistenziale ed estetico.
CondoArt si carica allora di un significato denso e felice, nella rigenerazione di un edificio che non resta però chiusa tra le sue mura, ma si allarga allo spazio urbano rivitalizzandolo in modo dinamico con la sua nuova presenza architettonica e cromatica che s’impone come una scossa di energia sulla strada dove sorge, in una vibrazione in cui forma e colore sembrano donare un nuovo movimento all’intera area circostante.
Come scrive Vittorio Morelli l’idea è stata quella di «creare un condominio che fosse al contempo una vera e propria opera d’arte. Quindi non un edificio con all’interno delle opere d’arte ma un edificio che diventasse un’opera, un’icona, di cui potessero godere tutti i cittadini della comunità».
Il progetto rappresenta così un esempio positivo di imprenditorialità illuminata che cerca di impostare la propria azione senza trascurare, come troppo spesso si fa, la visione culturale.
In questo particolare e complesso momento storico, CondoArt può trasformarsi anche in un segno di rinascita, in un’ottica in cui viene superata la dimensione puramente speculativa per cercare un nuovo ecosistema urbanistico, economico e sociale in cui il profitto viene condiviso anche in termini di restituzione e di creazione di un nuovo bene culturale per la città, un bene pensato e realizzato finalmente con i linguaggi della contemporaneità per gettare le basi innovative di un futuro progettato finalmente su modelli virtuosi.

SCARICA QUI LA PRESENTAZIONE DEL CONDO_ART

 

 

 

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