Non siamo noi a giudicare l’amministrazione Giardino, una pessima amministrazione che ha dato il colpo finale a Larino, ma i risultati che hanno portato a rendere poca cosa il Centro Storico; a penalizzare il territorio con altri ettari di terra sacrificati al cemento; a bloccare la costruzione dei campi sportivi, che potevano dare una prima risposta all’attesa dei giovani; a rendere più sporca e meno presentabile la nostra città con le erbacce, le buche, i muri imbrattati di manifesti; a subire la pressione degli altri comuni con l’incapacità di giocare un ruolo nella Unione dei Comuni del Basso Biferno; a perdere l’Ospedale sin dal momento in cui ci si è affidati, insieme con l’on. De Camillis, alla tanto propagandata filiera.
La decisione del commissario Basso, di pochi giorni fa, è solo l’atto finale, alquanto semplicistico e stupido, di un percorso che parte da lontano e che trova la sua punta più alta della parabola nella cacciata della Maugeri che ha visto come fautori principali il sindaco di Termoli Di Brino e la nostra on. Sabrina De Camillis.
Il primo (operatore sanitario che alla sanità deve la sua visibilità), non rendendosi conto delle conseguenze per la sanità del Basso Molise e, così, anche di Termoli, è stato premiato con la continuità del seggio regionale e poi con l’elezione a sindaco, mentre la nostra onorevole, allora attenta agli ordini di Patriciello che aveva ed ha ancor più ha forti interessi privati nella sanità, con il seggio al Parlamento italiano, ultimamente perso per pochi voti.
Noi parliamo di sviluppo e occupazione, visto che si deve soprattutto all’iniziativa della opposizione in consiglio comunale la permanenza nel Molise della Fruttagel, mentre il cemento, che è calato sui tre ettari di terreno fertilissimo, irrigato nelle Piane di Larino, non sappiamo se riesce a far da mangiare a tre operai.
Uno sperpero di risorse e di territorio che bisogna rimpiangere nel momento in cui si vuole tracciare, anche se in un primo momento solo un viottolo, il percorso che si vuole fare per dare un domani ai giovani che, sempre più, prendono la via che porta a emigrare altrove per lavorare ed esprimere la propria professionalità, in pratica cercare di vivere la vita, una sensazione che la società dei consumi e dello spreco non riesce più a dare.
Quel territorio che è sempre stata e resta la sola risorsa dalla quale ripartire per dare una risposta di vita ai giovani, una sicurezza alle famiglie, una speranza e una voglia di fare senza le quali non si muove nulla, tutto resta fermo o va indietro.
Il territorio quale contenitore di valori e di risorse che bisogna conoscere per poterli condividere con gli altri, renderli comprensibili e spiegarli perché tutti siano portati a esprimere questi valori e queste risorse che sono l’ospitalità, la storia, la cultura, il nostro cibo quotidiano di assoluta qualità, la nostra terra, le nostre tradizioni di cui alcune antichissime.
Ecco, volendo riprendere l’invito del 13 e 19 marzo del consigliere Cataffo, rivolto a quanti (tanti, troppi) vogliono candidarsi a sindaco di Larino, noi ci permettiamo di consigliare ai concorrenti di rispondere mettendo in risalto il territorio quale fonte di attività e, quindi, di occupazione e crescita; bontà dei prodotti agricoli e, come tale, della sua cucina; bellezza dei suoi paesaggi; emozione delle sue tradizioni.
In questo modo vengono superati i programmi che sono circolati ultimamente, che danno più l’impressione di un elenco della serva che va a fare la spesa e non di un progetto del futuro che, è bene sottolinearlo, si può realizzare solo se è condiviso e partecipato.
Associazione Larino Viva