Dopo la sonora sconfitta elettorale subita con Rivoluzione Civile, era rimasto con la bocca cucita e si era subito dimesso dall’incarico di presidente dell’Italia dei Valori. Ma il suo atto venne congelato dall’esecutivo nazionale. Oggi, Antonio Di Pietro, ha rotto il silenzio con una lunga nota inviata agli iscritti e ai diversi organismi del suo partito. Lo ha fatto all’indomani di una tormentata riunione dell’esecutivo nazionale nel corso della quale Leoluca Orlando ha capeggiato una consistente fronda interna rietrata solo dopo aver preso decisioni importanti a cominciare dalla celebrazione del congresso straordinartio che si terrà a fine giugno. Il fondatore dell’Italia dei Valori si presenterà dimissionario dall’incarico di presidente/segretario, toglierà il suo nome dal simbolo e proporrà l’elezione di un nuovo segretario politico e di un presidente. “C’è bisogno di un profondo rinnovamento – ha scritto Antonio Di Pietro – ma il mio impegno politico non cesserà. Mi sento rinvigorito da questa voglia collettiva di ricominciare dall’Italia dei Valori”. Dunque, l’esperienza di Rivoluzione Civile, costruita insieme a Luigi De Magistris e ad altri soggetti della cosiddetta società civile, è già finita. “Ci hanno boicottato – ha spiegato l’ex pm – perché non abbiamo voluto chinare la testa di fronte ai provvedimenti iniqui varati dal governo Monti. Anzi, abbiamo denunciato tutte le porcherie fatte dall’esecutivo, con il sostegno del Pd, a danno dei più deboli. Per questo, Bersani ci ha buttato fuori dalla coalizione e, di conseguenza, fuori dal Parlamento”. Dunque, il leader non ha usato mezzi termini contro coloro che lo hanno estromesso dal la coalizione ma, allo stesso tempo, non ha perso l’occasione per invitare il suo partito a sottoscrivere accordi programmatici con il centrosinistra a cominciare dalle amministrative di fine maggio. Ora tutti si chiedono che farà Antonio Di Pietro, ma c’è da scommettere che non uscirà dalla scena politica e che la riscossa partirà proprio dal Molise.