Smantellata una organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga, soprattutto cocaina, ma anche eroina e hashish in Basso Molise. In prevalenza Albanesi e rumeni, ma anche una molisana coinvolta. Sei arresti in carcere e due divieti di dimora in Molise, Abruzzo e Puglia. I Carabinieri del Ros hanno agito all’alba insieme ai militari dei Comandi provinciali di Campobasso, Chieti Isernia e Foggia, con il Nucleo cinofili di chieti. 26 le perquisizioni. Le ordinanze sono state emesse dal Gip di Campobasso su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. L’organizzazione aveva base a Portocannone e da lì vendeva droga a Campomarino, Termoli e San Martino in Pensilis, oltre che in paese stesso. I due cugini albanesi al vertice, pregiudicati che stavano scontando pene i sistema alternativo, acquistavano lo stupefacente proveniente dall’Albania in Molise. La acquistavano da un altro pregiudicato in che è stato arrestato in Abruzzo, il quale la riceveva dalle coste albanesi.
Quindi la droga venduta, dai due cugini, ad altri due personaggi, anche loro arrestati, che a loro volta la usavano per se stessi o vendevano sul mercato del basso Molise, attraverso altri canali. Le indagini sono partite nel 2016 e hanno consentito ai militari del Ros di accertare l’attivita’ di spaccio di cocaina, eroina e altre sostanze che venivano fornite, appunto, da un altro soggetto di origine albanese e distribuite sul territorio da uno degli arrestati.
Fondamentale anche l’apporto delle donne, in questa rete, che recuperavano crediti, trasportavano la droga e la occultavano.
Una di loro, finita in carcere, termolese, moglie di uno dei due cugini albanesi la droga occultata in scatole, barattoli e sotto le pietre in casolari abbandonati e in campagna.
Associazione a delinquere finalizzata allo spaccio l’accusa, sequestrata anche una macchina. Importanti le testimonianze raccolte. Gli arrestati sono nei penitenziari di Vasto, Larino e Chieti. I dettagli dell’operazione denominata Alpheus 1, dal nome scientifico di un gambero, spiegati dal procuratore capo di Campobasso Nicola D’Angelo e dal Sostituto Vittorio Galluci, dal Comandante provinciale dei Carabinieri di Campobasso Emanuele Gaeta e dal Capitano Gaetano Mitola, da settembre alla guida del Ros. Una organizzazione con metodi anche duri, è stato spiegato, che acquistava mezzo chilo o un chilo di droga al mese. Droga strumento per introdurre la criminalità organizzata in Molise.
Una operazione, questa, che segue altre due in Basso Molise. Evidenziata l’importanza della rete creata per il contrasto alla droga da magistratura, forze dell’ordine, avvocati, società civile, stampa. A Campobasso intanto campeggiano dei cartelloni creati da Confcommercio e Confesercenti. “Nesuno – ha detto il procuratore D’Angelo – può pensare di vendere droga e rimanere impunito.La nostra guerra ai venditori di morte – ha commentato – continua, complessivamente nelle ultime operazioni tra cui ‘Lungomare’ e ‘Pacco Free’, abbiamo eseguito circa 50 provvedimenti cautelari. Questi spacciatori vanno chiamati venditori di morte, perchè vendono morte.”.


