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lunedì, Settembre 15, 2025

Sanità, le colpe dello Stato sul disastro molisano

AperturaSanità, le colpe dello Stato sul disastro molisano

di MASSIMO ROMANO

Che aspetta la Regione a riprendersi le proprie prerogative legislative e amministrative in materia sanitaria? Cosa frena il Consiglio regionale ad uscire dal torpore varando una legge che ripristini le competenze regionali sulla sanità? Quale migliore occasione per rivendicare nei fatti la tanto decantata dignità istituzionale della nostra Regione violentata da uno Stato inadempiente, politicamente colpevole e giuridicamente responsabile? Non servono scioperi della fame e della sete: è sufficiente una legge regionale che restituisca alla Regione i pieni poteri in materia sanitaria. Una provocazione? Può darsi, ma ben venga, se serve ad accendere i riflettori sul cortocircuito istituzionale che si è creato a tutto danno dei cittadini molisani, anche a costo di finire alla sbarra davanti alla Corte Costituzionale in un eventuale contenzioso il cui esito sarebbe per nulla scontato. Cerchiamo di non perdere il filo: lo Stato ha commissariato la Regione in materia sanitaria imputando ad essa la responsabilità del disavanzo finanziario e del grave inadempimento rispetto agli obblighi del piano di rientro. L’art. 120, comma 2, della Costituzione attribuisce, infatti, al Governo il potere di “sostituirsi” alle Regioni, appunto con la nomina del Commissario (che infatti è organo dello Stato), “quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”. Ma siamo sicuri che ad essere inadempiente sia la Regione e non, invece, proprio lo Stato? Facciamoci due conti: la Regione è in piano di rientro dal 2007 e commissariata dal 2009, dunque sono circa dieci anni che lo Stato, per il tramite del commissario (e del subcommissario), ha la responsabilità esclusiva della gestione sanitaria e perciò del mancato raggiungimento degli obiettivi; anche perché, com’è noto, la Corte costituzionale ha più volte ribadito che né il Consiglio né la Giunta regionale possono “toccare palla” nelle regioni commissariate. A ciò aggiungasi che da sette mesi quello stesso Stato è inadempiente anche rispetto alla nomina del Commissario chiamato a sopperire al presunto inadempimento della Regione, con la conseguenza che la paralisi istituzionale del settore è ascrivibile, ancora una volta, alla responsabilità del Governo, non della Regione, meno che mai dei cittadini che sono le vere vittime di un sistema dello “scaricabarile” che è diventato ridicolo e farsesco. Se non è troppo disturbo, possiamo sperare che i nostri illustri rappresentanti istituzionali si sveglino da questo profondissimo sonno e si diano una mossa?

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