
I due incarichi di senatore e di governatore ricoperti da Luciano D’Alfonso diventano un caso nazionale. Il Presidente della Regione Abruzzo è finito infatti su “striscia la notizia”, sotto le grinfie delle Iene e su Repubblica.it insieme a due sindaci della Lega, Galli e Tarantino, rispettivamente primi cittadini di Tradate , diciannovemila abitanti, e di Samarate diciassettemila abitanti. Erano una ventina in tutta Italia i Parlamentari eletti il 4 Marzo che si trovavano in condizione di incompatibilità rispetto alla normativa prevista dalla Legge 148 del 2011 ma gli altri si sono dimessi dai loro incarichi di sindaco o di consiglieri regionali nelle scorse settimane, ovvero dopo il giuramento del governo Conte che di fatto ha scongiurato il pericolo di scioglimento delle Camere, almeno per il momento. Sono rimasti invece con il doppio incarico solo i due leghisti e Il Presidente D’Alfonso il quale,a quanto è dato sapere, non avrebbe alcuna intenzione di dimettersi da governatore in tempi ristretti.Giova ricordare a tal proposito che il dettato costituzionale all’Art. n 122 recita testualmente : “Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una giunta Regionale e a una delle Camere del Parlamento”. Più chiaro di così si muore ma Luciano D’Alfonso finge di non capirlo, forse con l’intento di guadagnare tempo e fare slittare le elezioni regionali a primavera 2019 per tentare di ricomporre una coalizione di centrosinistra ridotta ai minimi termini. Il Governatore dal canto suo cerca di difendersi dichiarando : “Sto facendo il doppio lavoro ma percepisco una sola indennità, non sto producendo né conflitti di interessi né un doppio costo”. Sarà, ma la Costituzione sulla sua incompatibilità è chiara e su questo le opposizioni in consiglio Regionale in particolare Lega e M5s si accingono ad affondare il coltello nella piaga e a coinvolgere il loro governo nazionale giallo-verde. Quello che è certo invece è il fatto che il prossimo 16 Luglio si insedieranno le giunte per le elezioni di Camera e Senato e Luciano D’Alfonso sarà costretto ad optare : o resta Senatore o Presidente, diversamente verrebbe estromesso da Palazzo Madama. C’è da scommettere però che a quel punto il Presidente opterà per il Senato e si avvierà in tal modo l’iter per le elezioni regionali anticipate a novembre. Pesanti le dichiarazioni contro D’Alfonso anche da parte del coordinatore regionale di Forza Italia Nazzaro Pagano e di Fabrizio Di Stefano, ex PdL oggi impegnato con i movimenti civici.
“D’Alfonso metta fine a questo cattivo esempio di occupazione di più poltrone contro ogni logica, contro ogni legge e soprattutto contro il buon senso” ha dichiarato il coordinatore regionale degli azzurri.
Duro anche Di Stefano che non esclude una sua candidatura al vertice Regione.
“Tutte le delibere e le promesse di finanziamento ai comuni sono nulle e la responsabilità fa capo anche ai dirigenti che le avallano senza contare gli sprechi di risorse pubbliche che il Presidente sta utilizzando il legittimamente per la sua attivita” ha tuonato Fabrizio Di Stefano in una intervista rilasciata a TV6. Intanto il processo sulla incompatibilità di D’Alfonso proposto dal M5S , dopo il rinvio di ieri, verrà discusso il prossimo 23 luglio dal tribunale di Chieti. Insomma Luciano D’Alfonso è nell’angolo ma tira dritto e non intende dimettersi né da Governatore né da Senatore. Di certo, al di là dell’esito finale, questa vicenda rappresenta un brutto esempio di politica sempre più distante dai cittadini.