Campobasso si prepara a un Corpus Domini particolare, speciale, se vogliamo. C’è l’aspetto religioso a cui si lega, in maniera simbiotica, quello tradizionale, culturale, artistico, storico. Domenica, infatti, la sfilata dei Misteri, i capolavori di Paolo Saverio Di Zinno, connubio di tradizione, appunto, e spiritualità, i quali ogni volta emozionano le migliaia di persone che si riversano in città e quanti guardano da casa. Come sempre Telemolise seguirà la sfilata in diretta, dai preparativi, alle 7 del mattino, fino alla benedizione e al rientro degli ingegni nel museo a loro dedicato.
Il 2018 è l’anno in cui ricorre anche il trecentesimo anniversario della nascita del Di Zinno, e sono stati organizzati eventi per un anno.
La città è un tripudio di colori, suoni e profumi. Le bancarelle, con ogni genere di prodotto si snodano lungo il Corso, Viale Elena, al vecchio romagnoli, nelle traverse. Un aspetto della festa ormai caratteristico, irrinunciabile. Una passeggiata tra le bancarelle è quasi devozione per il campobassano.
C’è poi la componente storica, molto interessante, recuperata con pazienza, passione e attraverso un lavoro di ricerca dall’associazione Crociati e Trinitari in accordo l’associazione Misteri e Tradizioni. Una componente in cui vengono fuori le radici della città. Nel Borgo antico la memoria della Campobasso medievale emerge dalle bandiere che campeggiano tra i vicoli, su muri e palazzi. Le bandiere delle antiche confraternite dei Trinitari, Crociati e di Sant’Antonio Abate, che identificavano le zone della città e i rispettivi centri di influenza. Per i crociati il vessillo è rosso con al centro la croce bianca; per i Trinitari è azzurro con al centro una sfera sempre bianca; per i santantunari c’è un campanellino bianco su sfondo blu. Un tempo erano quattro le congreghe, c’era anche quella del Santissimo Sacramento, che si è poi sciolta. In tre (Trinitari, Crociati e Sant’Antonio Abate) conferirono a Di Zinno, nella prima metà del 1700, l’incarico di dare corpo e sostanza ai Misteri. Misteri che erano 18, sei per parte. Nel 1805 sei di essi furono distrutti dal terremoto; ne rimasero 12; la confraternita dei «santantunari» si era fusa con quella dei Crociati.
Da qualche anno i capisquadra dei Misteri, durante la sfilata, portano al collo il foulard di riferimento della congregazione di appartenenza. Un modo per ricordare un passato storico fondante, identitario.