di GIOVANNI MINICOZZI
Il grido di allarme è stato lanciato dai sindacati e dalle rsu. L’azienda Molise Acque è sull’orlo del fallimento dopo aver accumulato negli anni un debito di oltre 50 milioni di euro e con i crediti che non riesce ad incassare perchè molti comuni non pagano e tra questi c’è Bojano, con un debito di circa 11 milioni di euro.
Oggi Molise Acque, un’azienda che dovrebbe e potrebbe finanziare lo sviluppo della Regione gestendo una risorsa che rappresenta la vera e forse l’unica ricchezza dei molisani, si trova in regime di salvaguardia dal punto di vista patrimoniale, il che comporta pagamenti ai fornitori incrementati del 30%. Basti pensare che il solo sollevamento dell’acqua dalla Centrale di Santa Maria della Macchie a Vinchiaturo costa oltre 700mila euro al mese da versare alla nuova società fornitrice di energia elettrica dopo Enel ed Heracom, che da sola vanta un credito di oltre 30 milioni di euro.
Nel frattempo Molise Acque, in piena campagna elettorale, si prende il lusso di bandire un concorso pubblico per assumere 50 dipendenti part-time a tempo determinato per tre anni. Il bando scade mercoledì 7 febbraio e già sono arrivate oltre 600 domande, più quelle che arriveranno nei prossimi giorni per raccomandata.
Il bello è che il bando non rispetta le norme sulle assunzioni per quanto riguarda la riserva dei posti ai diversamente abili e ai militari, che l’hanno contestato e non rispetta il limite massimo del 20% tra assunti a tempo determinato e organico complessivo dell’azienda pari a 68 unità.
Nonostante le segnalazioni e i ricorsi, il Commissario di Molise Acque Massimo Pillarella ha ritenuto, bontà sua, di non annullare il concorso. Naturalmente illudere oltre 600 disperati in piena campagna elettorale avrà i suoi effetti positivi sul voto e poi si vedrà.
Intanto, secondo i ben informati, la Procura di Campobasso avrebbe aperto un fascicolo sul concorso con diverse ipotesi di reato. Da sottolineare, infine, che il bilancio di Molise Acque, da sempre elaborato dai propri funzionari interni, quest’anno è stato affidato alla solita P.A Digitale che, di fatto, ha tolto quasi tutte le attività informatiche alla Molise Dati, società in house della Regione, e ha incrementato il suo giro di affari con i soldi pubblici, tolti proprio a Molise Dati, per diversi milioni di euro all’anno.
Dunque, il risparmio tanto sbandierato dal governo regionale sulle partecipate è finito nelle tasche dei privati che, peraltro, sono sempre i soliti amici degli amici.
A questo punto resta solo da sperare che l’unica ricchezza del Molise, ovvero l’acqua, non finisca nella mani dei privati, ancora una volta amici degli amici



