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martedì, Aprile 30, 2024

Venti giorni tra veleni e cabaret. Va in onda la campagna elettorale più surreale della storia politica molisana

AperturaVenti giorni tra veleni e cabaret. Va in onda la campagna elettorale più surreale della storia politica molisana

di PASQUALE DI BELLO

Più si avvicina la data delle elezioni regionali, più aumentano gli episodi carichi di comicità e veleni. Al centro di una accesa polemica, la vicenda che riguarda il movimento Rialzati Molise la cui guida è stata recentemente affidata ad un triunvirato: Pietracupa, Tamburro e Bizzarro. Ai tre, indiscrezioni sempre più frequenti attribuiscono l’accordo con il centrosinistra per una poltrona sicura nel governo e nel sottogoverno regionale.

Cominciamo dal cabaret, così ci mettiamo di buonumore. Una notizia che ci è sfuggita nei giorni scorsi è la seguente: “Pietracupa guida Rialzati Molise”. Fa riferimento alla nomina a coordinatore regionale del movimento di Mario Pietracupa, presidente uscente del Consiglio regionale, passato con armi (poche) e bagagli (molti) dal centrodestra al centrosinistra. Suoi vice: Riccardo Tamburro, coordinatore di Rialzati Molise in provincia di Campobasso, e Vincenzo Bizzarro in quella di Isernia. Gli incarichi, sono da considerarsi (testuale): “pro tempore sino alla celebrazione del primo congresso”. Ora, a parte la fase congressuale, che supponiamo si terrà in una cabina telefonica, non è forse degna del miglior cabaret, da Zelig al Bagaglino, la foto di gruppo dei tre neo coordinatori? Pietracupa, Tamburro e Bizzarro: a udire questi nomi, non giungono forse echi risorgimentali? Non vi pare di sentire i nomi di Mazzini, Armellini e Saffi, quelli dello storico triunvirato messo a capo della Repubblica romana? A questo siamo, al cabaret politico contrabbandato per immolazione alla Patria. Sentite il commento del presidente del movimento, Francesco Lucenteforte: “Esprimo vivo compiacimento per la convinta e sentita adesione dei tre importanti esponenti politici. Hanno dimostrato con i fatti che si può fare politica senza avere la mente rivolta alla ormai più che consueta prassi della corsa alle poltrone”. Ci pare di vederli, Pietracupa, Tamburro e Bizzarro, arditi e meditabondi, con gli occhi rossi di pianto e il volto commosso tra le mani, mentre aderiscono in maniera “convinta e sentita” a Rialzati Molise; e ci pare di vederli mentre incrociano due legnetti e, in un loro personalissimo esorcismo, urlano al demoniaccio fatto di una base e uno schienale, due braccioli e quattro gambe: “Vade retro poltrona!”.

E adesso, passiamo ai veleni. Dietro all’operazione Pietracupa-Tamburro-Bizzarro circolano da giorni pozioni letali messe più o meno ad arte nei bicchieri dei commentatori politici. Una di queste è quella che vorrebbe i triunviri tutti destinati ad una di quelle poltrone che, a sentire Lucenteforte, i tre invece aborrono. A Pietracupa spetterebbe quella di assessore esterno in una eventuale giunta Frattura, a Tamburro quella di direttore generale dell’Asrem e a Bizzarro la presidenza di un ente sub regionale. Bingo! Tombola! Sette e mezzo! Sarebbe questo l’arcano che si cela dietro al repentino accordo fra i tre e il centrosinistra, un accordo che più che a rialzare il Molise cerca di rialzare gli interessati caduti in palese disgrazia. A rivelare l’indiscrezione è stato nei giorni scorsi il collega Giovanni Minicozzi, che ha si l’aria del buon padre di famiglia ma che, giornalisticamente parlando, è una specie di doberman, un Tom Ponzi della notizia capace di scovare e svelare i retroscena più reconditi del sottobosco politico. A fare il resto c’ha pensato radio fante che, nel fine settimana, ha rullato i tamburi, anzi ha rullato Taburro, battendo la notizia secondo la quale, effettivamente, l’onorevole bellicapelli sarebbe in viaggio per l’Asrem pronto a sostituire Angelo Percopo, attuale direttore generale, anche lui bellicapelli e col baffo alla David Crosby.

Bene. Chi ha passato il fine settimana a casa, tra le nebbie del sabato sera e le nevicate della domenica mattina, avrà trovato certo il tempo di fare un giro su Facebook. Chi lo avesse fatto, tra un piatto di lasagne e uno d’arrosto, avrà notato lo scompiglio gettato dalla notizia. Chi ci crede, chi non ci crede, chi, come al solito, inorridisce e se la prende con i giornalisti (che raccontano i fatti, le notizie e i fatti che potrebbero diventare notizie: cioè le indiscrezioni). Chi, come Paolo Frattura, si è precipitato a smentire tutto. Delle due l’una: o la notizia è falsa, e allora Frattura ha fatto bene a smentire, o, se è vera, ha fatto bene due volte a nasconderla. E che doveva fare, viene da chiedersi: confermarla? Detto questo, basterebbe una parola chiara degli interessati a dissipare nebbie e veleni: basterebbe che Pietracupa, Tamburro e Bizzarro dicessero che non sono candidati a nulla e che quindi, oltre alla Regione, rinunciano a qualsiasi tipo di poltrona. Ciò li consegnerebbe alla Storia. Diversamente, sono destinati a restare alla cronaca come triunviri, più del sabato sera che del Risorgimento. Non vi paiono forse i Bee Gees e la canzone che cantano, non vi pare forse  “Tragedy”?

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