di GIOVANNI MINICOZZI
Al di là delle chiacchiere , di convenienza e di circostanza, il quadro politico regionale resta confuso e imprevedibile anche dopo il dibattito in aula sulla mozione di sfiducia al Presidente Paolo Frattura. Scontri velenosi nel PD, tentativi di riposizionamento, centro destra e centro sinistra divisi al loro interno su tutto. Appare chiaro che ciascun personaggio interessato , a meno di quattro mesi delle elezioni politiche e regionali, è assillato dalla voglia di mantenere la propria posizione di privilegio o conquistarne un’altra anche più redditizia. Si nota, dunque, una diffusa ansia da “prestazione elettorale”. A nostro giudizio è questa la chiave di lettura, in particolare per i tre consiglieri regionali che si sono inspiegabilmente astenuti, insieme a Paolo Frattura, sulla mozione di sfiducia. Ma procediamo con ordine: Giuseppe Sabusco, unico eletto per l’Udc, partito ormai scomparso dalla scena politica, dopo aver sottoscritto la mozione dei cinque stelle si è astenuto forse pensando ad una sua ricollocazione nel centro sinistra di Frattura e Fanelli. Non è dato sapere invece, nonostante le indiscrezioni circolate, se i concorsi in materia di sanità sulla stabilizzazione dei precari siano stati oggetto di accordo. Diverse e più ambiziose , invece, le velleità di Vincenzo Niro e Michele Petraroia. L’ex Presidente del Consiglio Regionale dopo aver preso le distanze da Paolo Frattura, collocandosi di fatto all’opposizione, è tornato sui suoi passi, sia per ottenere una candidatura al Parlamento, sia per mescolare ulteriormente le carte nel centro destra, dove attualmente e’ posizionato dopo la scomparsa dell’ UDEUR , con l’obiettivo di essere l’ago della bilancia in quella coalizione divisa più che mai.