L’articolo del Sig. Mignogna pubblicato ieri sulla sua testata (34 milioni di euro nel 2012, il Molise è tra le regioni più indebitate con i titoli derivati ) presenta molte inesattezze. La pregherei di pubblicare questa rettifica nella sua interezza.
Il giornalista mi ha indicato come consulente ‘per sbrogliare la matassa dei derivati’ , forse perche’ l’inaccuratezza di un altro articolo, gli ha fornito questa informazione sbagliata.
Sono responsabile del servizio bilancio da luglio 2011 e non il consulente della Regione per i prodotti finanziari derivati. E’ logico che, essendo responsabile di un settore, devo farmi carico di tutto cio’ che esso comprende : attività pregresse, problemi irrisolti e cambiamenti da implementare.
Ma iniziamo proprio dai derivati che la Regione ha contratto, i quali non sono investimenti, come dice l’articolo nelle prime battute, bensì strumenti finanziari per la copertura dei rischi, in questo caso, derivanti dalle variazioni nei tassi d’interesse.
Senza questi strumenti , ormai martoriati dagli articoli della stampa non specializzata , e visti come la causa di tutte le disgrazie economiche immaginabili, un’azienda che volesse procurarsi mezzi finanziari sul mercato, emettendo delle obbligazioni a tasso variabile, si accollerebbe anche il rischio che il costo dell’indebitamento aumenti nel tempo.
Invece, legando al titolo un derivato sui tassi di interesse (Interst Rate Swap), l’ente (nel caso allora della Regione) o l’azienda ‘copre’ il rischio di subire un oneroso incremento del costo del proprio debito.
La circolare di Bankitalia , menzionata nell’articolo, dovrebbe corrispondere a quella pubblicata nell’ottobre del 2012 (“Supplementi al bollettino statistico: Debito delle Amministrazioni Locali” n. 55) , che si riferisce al cosiddetto mark to market, cioè all’attuale valore degli strumenti derivati. La circolare infatti spiega che si tratta di potenziali , non effettivi, esborsi per la Regione se il contratto venisse chiuso in quel preciso momento.
Perciò la frase del giornalista che parla di investimenti della regione in “escalation” e’ completamente errata.
Inoltre, come ho relazionato a dicembre 2012 alla Corte dei Conti, il valore del cosidetto mark to market non influenza direttamente le finanze regionali, visto che i contratti dei derivati saranno mantenuti sino alla maturità dei titoli ai quali sono legati.
Per essere ancora piu’ chiari: il valore negativo rappresentato dal mark to market potrebbe divenire un fattore di rischio esclusivamente se la regione decidesse, o venisse forzata, a chiudere anticipatamente tali contratti derivati.Tale forzatura sarebbe possibile solo a condizione dell’esistenza di clausole contrattuali che anticipassero tale situazione , condizione che nei confronti della regione Molise non sussiste.
Perciò e’ il valore del mark to market degli swaps che (ricordiamolo ancora una volta, non sono usati per investire, ma per coprire dei rischi, e simili perciò ad una assicurazione) e’ passato da 2 a 34 milioni per effetto del calo dei tassi di interesse.
E’ importante ricordare che a fronte di questa posizione la Regione contestualmente paga meno anche sulle emissioni obbligazionarie, visto che il calo dei tassi ha influito in modo benefico sui titoli emessi in passato (cioe’ la Regione paga meno per le cedole rispetto a quanto pagasse alla data di emissione dei titoli).
Il giornalista ha fatto una gran confusione , forse perche’ si tratta di strumenti e linguaggi tecnici che, che hanno bisogno di essere studiati e spiegati con accortezza e nei dettagli, prima di qualsiasi avventata sintesi.
L’articolo parla poi della contrattazione mediante mercati finanziari “al di fuori dei centri borsistici ufficiali”, cd. over the counter; molta confusione anche a questo riguardo; senza scendere in tecnicismi eccessivi, posso rassicurare il giornalista che la cosa e’ prassi consolidata nei mercati istituzionali.
Comunque, giova ancora ricordarlo, la Regione non ha investito in alcun “titolo”, sperando così di ricavarne un profitto, come invece sembra insinuare l’articolo. I derivati contratti dalla Regione non sono un investimento, bensì un’assicurazione contro un evento che potrebbe danneggiare l’ente.
Se non li avesse contratti sarebbe stato come aver fatto una speculazione con i soldi della collettività.
Per finire, non esiste una borsa finanziaria, una banca o un’ organizzazione di qualsiasi tipo che possa “..garantire sulla buona riuscita dell’investimento”.
Se il giornalista dovesse trovarne una, sia così gentile da comunicarcelo, saremmo interessati tutti a partecipare con i nostri denari.
Cordialmente
Alessandro Dal Cin
Regione Molise
via Genova, 11 – 86100 Campobasso
Derivati, replica del consulente Dal Cin “solo imprecisioni”, ma dimentica di indicare a quanto ammonta l’esposizione della Regione Molise
Secondo il Responsabile del Bilancio della Regione Molise, il dottor Alessandro Dal Cin, il nostro articolo dal titolo: “34 milioni di euro nel 2012, il Molise è tra le regioni più indebitate con i titoli derivati”, abbiamo infilato una serie di imprecisione e superficialità “che solo chi non ha studiato la materia può fare”. Ebbene, come lo stesso dottore dice nella replica, le notizie sono della Banca d’Italia, e sia noi che lui abbiamo letto il documento, e gli stessi economisti della Banca nazionale hanno indicato la somma di trentaquattro milioni di euro investi nel 2012 dalla ventesima Regione, ora o la Banca d’Italia è un covo di comunisti che lottano contro il Molise oppure, abbiamo letto il documento in maniera diversa. Vorrei inoltre sottolineare che nella spiegazione, e per rendere il servizio più completo per i nostri lettori, nella spiegazione di cosa sono i derivati, ho utilizzato termini, che i suoi colleghi economisti usano per definire questo prodotto finanziario. Ma lo stesso Dal Cin però, che accusa gli altri di “superficialità” ne commette lui stesso una macroscopica, ovvero, non spiega ai molisani quanti soldi, di questa comunità sono stati investiti nei derivati, e soprattutto su quali mercati. Infine vorrei tranquillizzare il dottor Dal Cin, vede so benissimo che i mercati finanziari non danno garanzia, ma se i soldi investiti sono quelli che noi guadagniamo, cosi come lo fa Lei, è un conto, possiamo investirli anche in una scommessa sul sesso del futuro Principe inglese, ma se i soldi investiti sono di una intera comunità, come in questo caso, sono soldi dei molisani, allora Lei deve dire come e dove sono stati investiti. La saluto cordialmente.
MM