
Questo insolito approccio a Venezia costituisce l’esordio di un libretto assai originale, un insieme di brevi capitoletti contenenti osservazioni, riflessioni aneddoti, descrizioni della città unica al mondo, vista attraverso gli occhi di uno straniero, un viaggiatore colto – cita infatti numerosi autori italiani (Montale, Saba, Dante, Svevo) e stranieri (Pound, Auden) – un letterato dal raffinato senso estetico, un cultore del bello.
La prima sensazione che colpisce il narratore – in una città nata per essere guardata e contemplata – non è però visiva, bensì olfattiva: percepisce infatti un odore di”alghe marine sottozero” (p. 10), un odore che egli ama e che ritiene “sinonimo di felicità” (p. 10).
Solo successivamente entra in gioco la vista, che si rivelerà poi essenziale.