Sembra essere già arrivata al capolinea l’esperienza della Oti, l’azienda nata dalla ceneri della Ittierre. La società controllante – la Ikf – è alle prese con il concordato preventivo, mentre a Pettoranello si naviga in acque agitatissime. I circa 40 dipendenti non vengono pagati da tre mesi e le commesse scarseggiano. Per avere finalmente un confronto con l’azienda, lavoratori e sindacati si sono rivolti al prefetto di Isernia Fernando Guida. Che a sua volta ha provveduto a organizzare l’incontro odierno con il legale rappresentante della Oti e i vertici della Regione. Per i sindacati le soluzioni per uscire dal pantano in cui è finita per l’ennesima volta l’azienda di Pettoranello ci sono. Oltre agli ammortizzatori sociali – cassa integrazione per prendere tempo – si pensa a possibili nuovi acquirenti. Circolano infatti voci di società potenzialmente interessate, ma finora di ufficiale non c’è nulla. Nonostante l’ennesimo stop alla rinascita della Ittierre, per i sindacati il tessile può ancora avere un futuro in questo territorio. E i fondi dell’area di crisi potrebbero in qualche modo favorirne il rilancio. A breve sarà promosso un incontro con l’assessore regionale alle Attività produttive, Carlo Veneziale, per trovare le possibili soluzioni al declino di un polo tessile e del suo know how che fino a qualche anno fa era apprezzato ben oltre i confini nazionali. Le richieste avanzate sono state in parte accolte: formata l’intesa per il via libera alla cassa integrazione per 13 settimane, a partire da lunedì prossimo. Interesserà 35 lavoratori a rotazione.