Circa sette ore è durata l’autopsia all’obitorio del Cardarelli di Campobasso sui corpi di Sara Di Vita, 15 anni e Antonella di Jelsi, di Pietracatella, decedute in ospedale tra il 27 e 28 dicembre. Esame effettuato dalle 9:30 fino al pomeriggio dagli incaricati della Procura, il medico legale, la pugliese Benedetta Pia De Luca e il gastroenterologo abruzzese Francesco Battista Laterza.
Per prassi 90 giorni per i risultati, ma il consulente di Arturo Messere e Paolo Lanese, avvocati dei familiari delle vittime, il medico legale docente universitario di Pisa Marco Di Paolo, ha detto che, in attesa delle analisi, si può parlare di tossinfezione violenta per ingestione alimentare.
“Al momento non è possibile dire qualcosa con certezza, servono ulteriori accertamenti comprlessi” ha detto il professor Pietrantonio Ricci, consulente degli avvocati Fabio Albino e Domenico Fiorda, difensori di uno dei 5 medici indagati. Il procuratore capo Nicola D’Angelo ha ribadito che «dall’autopsia non sono emersi elementi conoscitivi immediati. Sarà necessario attendere gli esiti degli esami chimici e tossicologici, che richiederanno tempi tecnici più lunghi”. Intanto sono stati sequestrati e fatti analizzare gli alimenti nella casa delle vittime a Pietracatella, 19 in tutto: funghi in buste e in confettura, sulla polenta, e altro. Sotto la lente non solo i pasti della Vigilia di Natale, consumati con altre persone che non hanno avuto malori, ma soprattutto quelli del 23, consumati dalle due vittime e da Gianni Di vita, padre e marito di Sara e Antonella, ricoverato allo Spallanzani di Roma. Insomma, il quadro sarà chiarito dai risultati di autopsia, alimenti e le altre analisi. Nulla viene trascurato dagli inquirenti. Indagini condotte dalla Squadra Mobile guidata da Marco Graziano e coordinate dalla Procura di Campobasso. Intanto dalla Spallanzani fanno sapere che Gianni Di Vita, nell’ambito di un quadro clinico favorevole, è stato trasferito da Rianimazione in un reparto ordinario. Insieme all’altra figlia Alice, che non è rimasta intossicata, ma è a Roma per precauzione, continuano ad essere assistiti e monitoriati.



