L’auspicio di Gabbie vuote è che la Regione usi metodi meno cruenti.
Il riferimento è a quello che la Giunta regionale del Molise ha definito Piano per la gestione e il controllo della fauna selvatica.
La risposta, cioè, in particolar modo al proliferare dei cinghiali. Un fenomeno ormai evidentemente sfuggito di mano.
Ma ad essere sfuggito agli estensori del provvedimento, come ha fatto notare la presidente dell’associazione animalista Mariangela Corrieri, è forse un copia incolla nel quale oltre ai cinghiali sono inseriti come specie da tenere sotto controllo anche daini, cervi caprioli, nutrie, conigli selvatici, lepri, istrici, tassi volpi, colombi di città, tortore, cornacchie e gazze.
E perfino gli storni.
Ma quello che preoccupa di più, specie sottoposte al cosiddetto controllo a parte, sono i sistemi autorizzati per esercitarlo.
Sono consentite reti, trappole di cattura, ottiche di mira su fucili di ogni calibro anche a rilevatori termici e a infrarossi, con telemetria laser, perfino archi e balestre e, limitatamente agli operatori con qualifica di pubblica sicurezza nell’esercizio delle proprie funzioni armi corte ad anima corta: cioè le pistole.
Insomma una guerra. Fa sorridere una precisazione, contenuta nel piano: Le attività di controllo, è spiegato, non costituiscono attività venatoria.
E’ anche possibile praticare il controllo nelle zone vietate alla caccia e nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto. Insomma una caccia tutto l’anno e da parte di chiunque possieda un’arma.
Ci auguriamo, ha sottolineato Mariangela Corrieri, che la regione Molise decida di non avvalersi di questo piano e che preferisca adottare misure meno cruente poiché le alternative sono davvero tante e forniscono ottimi risultati.
Infine, rileva la presidente di Gabbie vuote, la costituzione tui Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.



