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giovedì, Novembre 27, 2025

I viaggi di Maurizio Palmieri: il Brasile e “l’immensa” San Paolo

AttualitàI viaggi di Maurizio Palmieri: il Brasile e "l'immensa" San Paolo

Riceviamo e pubblichiamo gli appunti di viaggio di Maurizio Palmieri, che continua a raccontare il Brasile attraverso una poesia con delle note esplicative.

di Maurizio Palmieri*

L’immensa

Immensa jungla di cemento (1)
in ogni momento
la sensazione
che la situazione
possa precipitare (2)
vuole farsi perdonare
ma diciamola tutta
città brutta
la New York sempre in coda (3)
la Milano senza moda (4)
senza centro io chiuso dentro
l’università che ha illuso (5)
mi scuso
insicura disturbante fuori
un ghetto
senzatetto (6)
ad ogni porta
bastardi
come i cani (7)
ma LI-BE-RI!
Da che cosa
se la vita
non è
dignitosa!?

Nota 1. A San Paolo una enorme quantità di edifici alti. Grigiore. Densità elevatissima della popolazione. Caos infernale. Ingorghi. Ho rischiato di perdere l’aereo per il  traffico impazzito. Il tassista, per non essere multato, ha contattato delle persone che sono intervenute per falsificare la targa.
Mi è sembrato di stare in un film. Ho (ri)trovato l’Africa.Lentezza e velocità. Correva come  un matto sulla strada che porta il nome di Senna (della stessa città Piquet, Fittipaldi e
Massa). Io incrociavo le dita. Per esorcizzare parlavo col mio amico Domenico della venerazione paulista per il pilota, di cui si parla come un dio, e della sua filosofia: “La vita è
troppo breve per avere dei nemici”. Combattere, se occorre aspramente, ma contro rivali, non nemici.

Nota 2. Due luglio 2025. Ipatevì, sobborgo di San Paolo. Un localetto dove si beve una caipirinha prodotta da un’ottima cachaça. Chiediamo una pizzetta. Il mangiare è pessimo.
Domenico, dopo il primo morso, lancia il cibo a un cane sdraiato a pochi passi. L’animale annusa il cibo e lo lascia lì.
Compare da dietro l’angolo, con passo svelto, un poveraccio che raccoglie fulmineo la pizza, se la porta in bocca e la divora. Il cane lo guarda incredulo e si rimette a poltrire. Ho avuto la sensazione che da un momento all’altro potesse accadere qualcosa. Il rischio reale di rimanere coinvolto in qualcosa di violento. Mi era stato consigliato di viaggiare con uno zaino militare. Mi era sembrato eccessivo. Avevano ragione.
La cucina mi piace. Ho mangiato feijoada e churrasco insieme, piatto a base di fagioli neri, riso, farina di manioca e vari tipi di carne grigliata.

Nota 3. Una New York che non si cura di sé. Ostile, fili elettrici a vista (come ho notato a Tokio, ma lì c’è un motivo), pochi alberi, odore di urina, code di auto e code di persone.
Cito un fatto a proposito di queste ultime. Tre luglio, supermercato economico Assaì (scritto come si pronuncia l’açaí), una fila pazzesca. Impossibile. Desisto. Ma prima chiedo la ragione. Mi rispondono che hanno appena ricevuto il salario e si accingono alla spesa mensile. Prima non potevano, pur avendo terminato le provviste. Qui il non arrivare alla fine del mese è qualcosa di concreto. Ad esempio il prezzo del caffè è alle stelle e i brasiliani ne sono grandi consumatori (oltre a essere il Brasile il primo paese produttore ed esportatore al mondo). L’avvento di Lula non ha migliorato la situazione, come pure quello di Melei in Argentina. In entrambi i Paesi i problemi sono diventati strutturali e la politica dei leader a volte sembra pura demagogia. Così, per vincere le elezioni, il primo ha fatto l’occhiolino alla chiesa evangelica, in forte ascesa, e il secondo, che si professa cattolico, ha affermato di praticare l’ebraismo.

Nota 4. La scena della moda, seppur dinamica, non è vivace come quella di Milano. Del capoluogo lombardo San Paolo ha i grattacieli ma alzati alla rinfusa. Non vi è un vero centro. La parte storica potrebbe essere identificata con la zona di Piazza da Sè. La crescita della città è stata disordinata. Incolore. Anche i murales sono sbiaditi.

Nota 5. Mi riferisco alla Facoltà di Diritto creata nel 1934 (vedi foto), l’anno della Costituzione, nel cuore della città, non distante dalla Cattedrale. Questa era il nucleo e qui vicino si stabilirono gli immigrati italiani, come il padre del mio amico. Nel 1930 finì il dominio dei proprietari terrieri, con la Rivoluzione di Vargas. Questo tuttavia instaurò una
dittatura che cessò solo nel 1945. La facoltà avrebbe dovuto formare la nuova classe dirigente. Evidentemente qualcosa è andato storto. La giustizia non funziona. La giustizia sociale è solo un concetto astratto. Nel testo dico di scusarmi perché, invitato dall’Università con generosità, ho dovuto poi registrare i tanti aspetti negativi delle istituzioni. Il Parlamento è pieno zeppo di laureati in Legge, come in tutto il mondo. Tali giuristi in quale modo utilizzano le loro conoscenze legali?

Nota 6. La povertà è un problema enorme. Qualche milione di persone vive in condizioni di estrema precarietà. Addirittura c’è una zona di dannati denominata Cracolandia, popolata da zombie abbandonati. L’esigua elite invece ha redditi astronomici. Vedevo sulla mia testa decine di elicotteri. Pensavo a operazioni di polizia. Erano i super ricchi che si spostano così, anche per andare in palestra. Il territorio è disseminato di piste. Sono loro che hanno portato il Brasile nei BRICS ma la disuguaglianza è impressionante.

Nota 7. Il bastardo randagio è chiamato Caramelo e simboleggia lo spirito brasiliano libero e meticcio. Diventato una icona, Netflix ha intitolato una serie al fenomeno.

*scrittore e docente

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