Marijuana con il marchio Oreoz, simile a quello dei biscotti, ma con tanto di foglia di erba che spiega che chi compra semi su internet o stock di hashish all’ingrosso ha a che fare con lo sballo e non con crema e cioccolato.
E’ la roba trovata a Toro dagli agenti della Squadra Mobile, che hanno sorpreso tre rapper poco più che ventenni nella casa che doveva servire come studio di registrazione per fare musica e che invece era una specie di magazzino.
Roba che, stando a ciò che trapela da fonti investigative, potrebbe arrivare da San Severo, ma che ha una matrice tipica della Spagna, forse di Majorca. Per questo appare molto probabile che i tre ragazzi, due campobassani e un magrebino, avessero più il compito di custodi che di menti di una rete di spacciatori.
Anche se, durante gli appostamenti dei poliziotti a Toro, davanti alla porta di quella casa gli agenti hanno visto passare ed entrare facce conosciute nell’ambiente dei tossici.
Davanti al giudice delle indagini preliminari, Veronica D’Agnone, i tre hanno risposto alle sue domande e a quelle del pubblico ministero, Annarita Carollo. Al termine dell’interrogatorio, dal quale sarebbero emersi elementi utili alle indagini, la gip ha convalidato gli arresti e confermato la misura degli arresti in carcere.
L’avvocato Silvio Tolesino ha annunciato che a breve depositerà una richiesta al tribunale del Riesame per a cui chiederà di attenuare la misura restrittiva.
L e indagini della Mobile, vanno comunque avanti, alla ricerca di un eventuale livello superiore che gli investigatori ritengono molto probabile, non solo per il quantitativo di droga sequestrato, ma anche per la qualità della cocaina che doveva essere ancora tagliata. Resta da capire, ma stando a quanto si è appreso il cerchio potrebbe stringersi a breve, se a tirare le fila c’è qualcuno del posto oppure è la mala pugliese che ha allungato definitivamente i tentacoli al di là del confine.
Arrestato a Toro. Il Gip convalida l’arresto in carcere
