 Ventitré anni dopo, il silenzio di San Giuliano di Puglia rotto dai trenta rintocchi di campana: ventisette per i bambini, uno per la maestra e due per le donne che persero la vita sotto le proprie abitazioni. Ogni suono attraversa il tempo e riporta a quel 31 ottobre 2002, quando il terremoto spezzò un paese ma non la sua dignità. Famiglie delle vittime, istituzioni, cittadini, associazioni e tanti bambini si sono ritrovati al cimitero per ricordare, prima del corteo verso il luogo della tragedia. E lì resta l’unico pilastro della scuola rimasto in piedi, simbolo silenzioso di dolore e di memoria.
Ventitré anni dopo, il silenzio di San Giuliano di Puglia rotto dai trenta rintocchi di campana: ventisette per i bambini, uno per la maestra e due per le donne che persero la vita sotto le proprie abitazioni. Ogni suono attraversa il tempo e riporta a quel 31 ottobre 2002, quando il terremoto spezzò un paese ma non la sua dignità. Famiglie delle vittime, istituzioni, cittadini, associazioni e tanti bambini si sono ritrovati al cimitero per ricordare, prima del corteo verso il luogo della tragedia. E lì resta l’unico pilastro della scuola rimasto in piedi, simbolo silenzioso di dolore e di memoria.
Per la prima volta, il Consiglio regionale del Molise si è riunito proprio a San Giuliano. “Prima di tutto il dovere del cuore. Rinnoviamo l’abbraccio. La sicurezza non è un posto in bilancio ma un imperativo morale”, ha detto Angelo Primiani. “San Giuliano è il cuore di una memoria che ci unisce e ci responsabilizza”, ha aggiunto Armandino D’Egidio. In questo paese simbolo della coscienza del Molise, la memoria resta un impegno: perché nessuno dimentichi e perché il futuro nasca dal rispetto per ogni vita spezzata.


 
  
  
  
  
  
 