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giovedì, Ottobre 23, 2025

Antonio Pettinicchi 1925/2025, Un secolo di visione. La collezione lucitese

LucitoAntonio Pettinicchi 1925/2025, Un secolo di visione. La collezione lucitese

Antonio Pettinicchi 1925/2025, Un secolo di visione. La collezione lucitese.  Sabato 25 ottobre, con inizio alle ore 18.00, presso l’auditorium San Gennaro di Lucito, sarà presentato il catalogo “Un secolo di visione” del pittore, incisore e disegnatore, nato a Lucito il 25 ottobre 1925, Antonio Pettinicchi. Il programma prevede, nei saluti istituzionali, l’intervento del Sindaco di Lucito Tiziana Franceschini; del Presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante. La presentazione del catalogo avrà la collaborazione di Paolo Pettinicchi. Modera e coordina gli interventi Antonella Minicucci. Sono previsti gli interventi di Michelino Lombardi, studioso di storia locale; Norberto Lombardi, storico e saggista; Silvio Valente, critico d’arte. Intervallo musicale del duo Ianniruberto. Al termine del programma è prevista una visita guidata della collezione.

 

Antonio Pettinicchi (Pittore)

Nasce a Lucito in Provincia di Campobasso il 25 Ottobre del 1925 e muore a Bojano (CB) il 24 Giugno del 2014 – si riporta sul sito del Comune di Lucito – Passa i primi anni della sua vita nel paese natio dove inizia a disegnare tant’è che tracce delle sue prime opere si trovano all’ingresso della sua abitazione. Trasferitosi con la famiglia a Campobasso, durante la frequenza dei primi anni delle superiori, viene scoperto casualmente dal Maestro Trivisonno Amedeo, suo insegnante di disegno, che gli fa apprendere le prime tecniche pittoriche. A Napoli conclude il suo ciclo di apprendimento presso l’accademia delle Belle Arti, dove incontra il maestro incisore Lino Bianchi Barriviera e negli anni cinquanta inizia a sviluppare la sua personale tecnica incisoria. Tra le tante personali e collettive a cui partecipa, valgano per tutte le svariate partecipazioni alla Biennale di Venezia e alla quadriennale di Roma. Sue opere si trovano presso una miriade di gallerie private e pubbliche ed in particolar modo nella raccolta degli Uffizi a Firenze ed accanto alle opere di Pablo Picasso, nella galleria Puskin di Mosca. In un notevole numero delle sue opere vi sono riferimenti a paesaggi e personaggi del suo paese natio; i soggetti raffigurati sono i più poveri, umili e diseredati. Certo è che trovano voce nelle sue opere “le genti più umili e semplici, più dolorosamente emarginate in spazi e luoghi in cui Cristo non ebbe mai a giungere”. Per quanto riguarda l’amore per la sua terra dice: “sono attaccato alla mia terra e agli uomini che ci stanno e cerco con il mio lavoro di farli parlare. Essi possiedono già la forza espressiva, il tragico, il drammatico e anche il senso di pace. Mi piacciono i silenzi ossessivi di controluce del mattino inoltrato o le notti piene di incubi e di cose remote lungo i burroni e le crepe di questa terra. Nelle cose che mi stanno davanti c’è il reale, il surreale e l’essenziale. Questi pochi uomini liberi li amo; ne condivido le angosce, le sconfitte, le pesanti rassegnazioni e l’attesa della fine. Questa visione l’avevo già quando giravo a piedi per queste terre. Ora sono più accanito a considerare le vicende umane di questi luoghi per trarne, per quanto posso, gli echi e le risonanze tragiche che possiedono”. Buona parte della sua opera incisoria è dedicata a personaggi del Codacchio, contrada del comune di Trivento; i personaggi sono raffigurati nell’intento di tornare in contrada, con gli animali, dopo aver raccolto la minestra di san Giuseppe a Lucito presso le famiglie dove tale ricorrenza veniva onorata. La festa di San Giuseppe, per il Nostro, appare in molte sue opere ed è forse l’episodio che più di tutto lo colpisce fin dall’infanzia. Il paese appare nelle opere dedicate al suo musicista preferito Malher ed ad un ciclo dedicato a Dresda: “Ritorno a Dresda”. Nel suo ciclo pittorico monumentale dedicato alla Divina Commedia di Dante i suoi compaesani raggiungono l’apoteosi quando in un quadro una contadina di Lucito viene accompagnata da Danta in paradiso. Il popolo di Lucito per sempre lo amerà e gli sarà riconoscente.

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