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mercoledì, Ottobre 22, 2025

Poggio Sannita, Palazzo Iacovone celebra Antonio Pettinicchi con 22 opere inedite

AttualitàPoggio Sannita, Palazzo Iacovone celebra Antonio Pettinicchi con 22 opere inedite

 

Nel centenario dalla nascita di Antonio Pettinicchi (1925-2014), Palazzo Iacovone a Poggio Sannita si prepara ad accogliere una straordinaria mostra che segna un momento storico per l’arte italiana. Dal 25 ottobre al 9 novembre, l’avvocato Domenico Iacovone esporrà 22 opere inedite degli anni ’50, salvate dal macero a Napoli e custodite per decenni in un cassetto dal padre Giovanni.

Pettinicchi si formò all’Accademia di Belle Arti di Napoli negli anni Cinquanta, dove stabilì rapporti profondi con maestri come Emilio Notte e Lino Bianchi Barriviera. La sua arte, influenzata dall’espressionismo tedesco e da giganti come Renato Guttuso, Paul Cézanne e Francis Bacon, raggiunse presto una dimensione personale inconfondibile. Il legame con Guttuso, figura centrale del realismo italiano e maestro del Novecento, rappresentò per Pettinicchi una fonte di ispirazione fondamentale nel suo percorso artistico, condividendo la stessa passione per la rappresentazione della condizione umana attraverso un linguaggio pittorico potente ed emotivo.

Le opere esposte raccontano il mondo rurale molisano con una forza espressiva unica, trasformando la quotidianità contadina in epopea universale. “Sono attaccato alla mia terra e agli uomini che ci stanno e cerco con il mio lavoro di farli parlare”, dichiarava l’artista, che trovava nella sua Lucito (Campobasso) l’inesauribile fonte di ispirazione. Le sue tele popolate di contadini, scene di vita agreste e paesaggi molisani acquisiscono una dignità nuova, evocando sentimenti ancestrali piuttosto che semplici riflessioni sociali.

Le opere saranno esposte nel frantoio ipogeo di Palazzo Iacovone, uno dei pochi rimasti integri nel Centro-Sud Italia e risalente al XIII secolo. Questo spazio sotterraneo, scavato nella roccia calcarea dai maestri cavamonti, rappresenta un perfetto connubio tra arte e tradizione rurale, dove la molazza granitica di 120 centimetri di diametro e gli antichi torchi lignei dialogano con le opere di Pettinicchi in un percorso emozionante tra passato e presente.

La mostra, curata dal giornalista Italo Marinelli, rappresenta una scoperta eccezionale per gli studiosi dell’arte italiana. Le 22 opere degli anni ’50 testimoniano la maturità artistica precoce di Pettinicchi e la sua capacità di trasformare la realtà contadina in linguaggio poetico universale, caratterizzato da “figure liquefatte e colori violenti in grado di comunicare la tragedia dei mondi raccontati”.

“Quando ho scoperto queste opere nel cassetto di mio padre, ho sentito l’emozione di chi si trova di fronte a un tesoro perduto”, dichiara l’avvocato Domenico Iacovone. “Mio padre le aveva salvate dal macero a Napoli, intuendo il loro valore. Oggi, nel centenario di Pettinicchi, restituirle alla comunità e agli appassionati d’arte rappresenta non solo un dovere culturale, ma un atto d’amore verso il nostro territorio e verso un maestro che ha saputo trasformare il Molise in arte universale”.

La conferenza di chiusura del 9 novembre sarà arricchita dalla partecipazione del figlio dell’artista, che interverrà per condividere ricordi e testimonianze sul padre e sulla sua opera. Il figlio di Pettinicchi si è dichiarato entusiasta e al tempo stesso profondamente commosso di questa iniziativa che celebra il grande lavoro paterno, sottolineando come la riscoperta di questi inediti rappresenti un dono prezioso per mantenere viva la memoria e l’eredità artistica del maestro molisano.

La mostra sarà visitabile (ingresso 10 euro) dal 25 ottobre al 9 novembre 2025, tutti i giorni presso il frantoio ipogeo di Palazzo Iacovone a Poggio Sannita. Il percorso espositivo culminerà domenica 9 novembre con una conferenza di chiusura che approfondirà l’opera e l’eredità artistica del maestro molisano, con la speciale partecipazione del figlio dell’artista.

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