L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice delle indagini preliminari di Benevento è arrivata all’ufficio matricola nella tarda mattinata.
Un atto dovuto, dopo che qualche giorno fa era stata stabilita la competenza della procura campana per i fatti accaduti a Paupisi.
Il tempo di mettere a posto i registri e Salvatore Ocone è stato caricato sul cellulare destinazione Benevento.
Il cancello del penitenziario di via Cavour si è aperto intorno all’una e il furgone, scortato da una pattuglia della polizia penitenziaria è partito per la Campania.
L’autore della strage di Paupisi, nella quale ha prima eliminato la moglie, Elisabetta Polcino e poi il figlio Cosimo, è ora rinchiuso nell’istituto di Capodimonte.
L’accusa a suo carico resta quella di duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persone.
Arrestato nelle campagne tra Mirabello e Ferrazzano, dopo essere scappato da Paupisi, dove ha compiuto il massacro, era stato portato in carcere a Campobasso la sera del 30 settembre. Dietro le sbarre di via Cavour ha passato 19 giorni in regime di isolamento.
Risolta la questione della competenza territoriale tra le due Procure, è stato accertato che Ocone ha commesso i delitti a Paupisi, il procuratore di Benevento Gianfranco Scarfò, come da procedura, ha chiesto e ottenuto dal gip di Benevento l’arresto e il trasferimento dell’uomo che ha sfondato la testa a moglie e figlio con un sasso di almeno 8 chili, come ha scritto la Gip di Campobasso Silvia Lubrano nella prima ordinanza di custodia.
Arrivato a Capodimonte, Ocone ha chiesto di vedere il suo avvocato, Gianni Santoro, che aveva già incontrato in carcere a Campobasso.
Intanto, al Neuromed, resta ricoverata Antonia, la figlia sopravvissuta alla strage è uscita dal coma farmacologico, le sue condizioni restano stazionarie. Bisognerà ancora aspettare, dicono con prudenza i medici, per valutare i tempi di una sua eventuale ripresa.