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sabato, Ottobre 18, 2025

Ecotassa auto: in arrivo accertamenti fiscali

AttualitàEcotassa auto: in arrivo accertamenti fiscali

Accertamenti fiscali sull’ecotassa auto per veicoli acquistati nel 2019 e immatricolati in Italia nel 2020: la questione è finita su Il Sole 24 Ore. L’Agenzia delle Entrate sta notificando atti di accertamento a contribuenti che non avrebbero versato l’ecotassa dovuta sulle auto ad alte emissioni di CO₂. Tutti i dettagli nell’articolo firmato su Il Sole 24 Ore dal dottore commercialista molisano Valentino Tamburro. Lo riportiamo di seguito.

L’agenzia delle Entrate sta notificando gli atti di accertamento sull’ecotassa ai contribuenti che non hanno versato l’imposta dovuta per le autovetture ad alte emissioni di CO2 (si veda la scheda a destra) nuove e per quelle usate di provenienza estera immatricolate in Italia nel 2020. Dato che interessi e sanzioni nella maggior parte dei casi superano il 50% dell’importo non versato, il totale dovuto negli atti di notifica va da 1600 a circa 3800 euro.

Come difendersi
Entro 6o giorni dalla notifica dell’atto il contribuente deve decidere se:
– pagare integralmente gli importi richiesti, senza poter accedere alla rateazione né alla riduzione delle sanzioni;
– presentare ricorso
– attendere la notifica della cartella di pagamento. che potrà essere rateizzata ma comporterà interessi aggiuntivi
L’istanza di autotutela può essere presentata quando l’atto contene evidenti errori e non sospende i termini per il ricorso. A differenza degli atti notificati lo scorso anno, nelle nuove richieste di pagamento è stato chiarito che in pendenza di ricorso bisogna versare un terzo dell’imposta e degli interessi, che saranno oggetto di rimborso nel caso di esito positivo del giudizio.
Per valutare rischi e benefici della scelta di rinviare il pagamento, è opportuno consultare un professionista del settore tributario.
Le somme dovute n relazione agli atti in questione non rientreranno nella nuova rottamazione che dovrebbe essere introdotta con la legge di Bilancio per il 2026, in quanto troppo recenti.
Nel corso del 2025 sono state pronunciate numerose sentenze in materia di ecotassa, riferite agli atti di accertamento sul periodo d’imposta 2019 (si veda Il Sole 24 Ore di gennnaio 2025). Le pronunce più significative sono concentrate in prevalenza su due filoni: quello delle autovetture acquistate prima de 1 marzo 2019 e quello delle autovetture usate estere provenienti da Paesi UE.

Acquisti ante 1° marzo 2019
Tra le pronunce favorevoli ai contribuenti, la Cgt di primo grado di Modena (sentenza n. 125/1/2025) ha annullato un atto di accertamento su un caso in cui contratto di acquisto si era perfezionato prima del 1° marzo 2019 (data di entrata in vigore del tributo) e l’immatricolazione era avvenuta quando invece il tributo era in vigore.

Usato Ue
Il fatto che l’ecotassa colpisca solo gli acquisti di auto usate all’estero e non in Italia, nel caso di autovetture provenienti dall’Ue, consente di chiedere annullamento dell’atto per violazione dell’articolo 110 del Tfue (principio di non discriminazione), applicabile anche ai veicoli provenienti da Paesi terzi (come Svizzera e San Marino) in virtù degli accordi stipulati con l’Ue. La Corte Ue, nella sentenza sulla causa C-402/09, ha esaminato un caso relativo a un tributo analogo introdotto in passato in Romania, dichiarandolo in contrasto con l’articolo 110 del Tfue perché disincentivava l’acquisto di auto usale all’estero senza disincentivare quello delle auto già immatricolate nello Stato.
La Cgt di primo grado di Napoli (sentenze 7556/2/2025, 12944/31/2025, e 13147/33/2025) e la
Cgt su primo grado di Avellino (sentenze n. 437/2/2025, 503/2/2025) hanno accolto i ricorsi di contribuenti che avevano ricevuto atti di accertamento in materia di ecotassa in relazione al periodo d’imposta 2019, relativamente ad auto usate estere provenienti da Paesi Ue, richiamando i principi contenuti nella giurisprudenza europea e quindi la violazione dell’articolo 110 del True
Di diverso avviso la Cgt di primo grado di Palermo, che con la sentenza n. 3651/7/2025 ha respinto il ricorso di un contribuente in relazione ad un caso analogo, senza però fornire una motivazione idonea a superare i principi contenuti nella giurisprudenza unionale.
Gli ulteriori casi di rigetto su veicoli usati provenienti da Paesi Ue non paiono persuasivi: si fondano su argomentazioni che non hanno applicato correttamente i principi della giurisprudenza Ue sul tema, da ultimo ribaditi con la sentenza sulla causa 22 febbraio 2024 (causa C-694/22).

 

 

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