Riceviamo e pubblichiamo la nota di Cgil, Cisl e Uil
“Si è tenuta ieri, 16 ottobre, un’affollata assemblea sindacale del personale del Responsible Research Hospital, indetta unitariamente da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL. L’incontro è stato la risposta necessaria all’esito negativo della procedura di raffreddamento e dello stato di agitazione, proclamato dalle scriventi Organizzazioni Sindacali a causa delle gravi inadempienze della struttura.
La situazione è ormai intollerabile. L’assemblea è stata convocata per la parziale retribuzione del mese di agosto e la mancata erogazione dei rimborsi IRPEF. Un quadro già critico, oggi ulteriormente aggravato dal mancato pagamento dell’intero stipendio del mese di settembre.
Nel corso di un ampio e partecipato dibattito, è emersa non solo la profonda difficoltà economica e l’insostenibile stress lavorativo che il personale sta subendo, ma anche la legittima e forte preoccupazione per le sorti future di una struttura sanitaria che per anni ha rappresentato un fiore all’occhiello per la sanità della nostra Regione.
I lavoratori hanno espresso rabbia e frustrazione. Non si tratta solo di tutelare il sacrosanto diritto alla retribuzione, ma di difendere la propria dignità professionale e il futuro di un servizio essenziale.
Di fronte all’assenza di certezze e al silenzio della controparte, l’assemblea ha dato mandato unanime alle Organizzazioni Sindacali di avviare un percorso di mobilitazione dura. Si è deciso di procedere con una serie di iniziative: la prima sarà un sit-in di protesta, previsto il 21 ottobre, dalle ore 15:30 alle ore 18:00, dinanzi la Sede dl Responsible Research, per poi organizzare una fiaccolata aperta a tutta la cittadinanza, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio che la nostra comunità sta correndo.
Qualora non arrivassero risposte concrete e immediate al pagamento di tutte le spettanze dovute, la mobilitazione culminerà inevitabilmente nello sciopero generale di tutto il personale.
Le nostre Federazioni chiedono che da oggi sia tenuta altissima l’attenzione su questa vertenza: non è solo una questione che interessa i lavoratori, ma è un problema che deve interessare i cittadini, le istituzioni e la politica regionale, a cui chiediamo un confronto urgente. Siamo di fronte a un problema sociale di altissima rilevanza, le cui ripercussioni future rischiano di compromettere ulteriormente il diritto alla salute in una regione già profondamente martoriata e con livelli di prestazioni che stanno andando vorticosamente verso il basso”.