Quello dell’uscita dalla gestione commissariale della sanità è un tema strettamente legato al ripristino dell’autonomia regionale in materia. La gestione della Sanità, costituzione alla mano, e materia che spetta alle regioni salvo che queste non facciano scattare i poteri sostitutivi dello Stato in presenza di voragini finanziari che, tecnicamente, vengono chiamate disavanzi. A quel punto lo Stato, davanti ad un disavanzo, impone un piano di rientro che può essere gestito direttamente dalla Regione o attraverso una struttura commissariale, caso quest’ultimo che riguarda il Molise. I commissari, quindi, non arrivano per un capriccio del governo ma per gli effetti di un malgoverno che li precede. In Molise questa situazione dura da 16 anni ed è stata, insieme a quella di altre regioni, come La Calabria, l’Abruzzo e la Puglia, oggetto di una presa di posizione da parte della Conferenza delle Regioni che ha chiesto al governo di definire con precisione i criteri per l’uscita dai piani di rientro e dai commissariamenti. Quello che viene evidenziato è che se sono certi i criteri che definiscono la procedura di ingresso nella gestione speciale, sono invece opachi i criteri di uscita, lasciati alla libera interpretazione dei tavoli ministeriali e quindi del Governo. Per superare lo stallo la conferenza ha suggerito quindi due criteri: l’equilibrio finanziario dei conti per tre esercizi economici consecutivi e il rispetto dei Lea nel corso dell’ultimo anno di valutazione, nello specifico con riferimento alla prevenzione collettiva e sanità pubblica, all’assistenza distrettuale e all’assistenza ospedaliera. Va detto che questi elementi, al momento, rappresentano per il Molise degli obiettivi difficilmente raggiungibili nel breve termine.
Una buona notizia, invece, arriva per il Molise sul fronte del servizio di Pronto Soccorso. La regione si contraddistingue per uno tra gli indici di accesso più bassi in Italia per i codici di accesso di colore Bianco e Verde, quelli che riguardano quindi i casi meno gravi. Ciò evidenzia – secondo il sindacato dei medici, lo Snami – il buon funzionamento della medicina territoriale. La percentuale di accesso del Molise è del 17% a fronte di quella nazionale che è del 30%.