Il termine scadeva proprio oggi, 30 settembre, ma 23 anni dopo il terremoto che nel 2002 causò danni ingenti in molti comuni della provincia di Campobasso, la ricostruzione non è ancora stata ultimata. Dopo una interlocuzione tra il presidente della Regione Francesco Roberti e l’assessore alle Politiche di coesione Michele Iorio con il ministro per le Politiche di coesione Tommaso Foti, in queste ore il direttore dell’Agenzia regionale per la ricostruzione post sisma, Antonio Lastoria, ha firmato una apposita determina che prevede uno slittamento dei termini. Per tutte le concessioni al momento attive e rientranti nell’ambito del Piano di Sviluppo e Coesione del Molise ci sarà tempo fino al prossimo 31 dicembre per ultimare i lavori. Per chi invece entro questo stesso termine invierà all’Agenzia regionale per la ricostruzione una richiesta di ulteriore differimento del termine dei lavori, con allegato un cronoprogramma aggiornato, potrà essere concesso un ulteriore slittamento fino al termine massimo del 30 settembre del prossimo anno. In sintesi le imprese, che avevano sollecitato la proroga nei giorni scorsi, avranno un anno di tempo in più per completare i lavori. Nel provvedimento è spiegato che i ritardi in questi anni sono stati causati da una serie di fattori esterni imprevedibili come la pandemia, che ha provocato un lungo fermo dei cantieri, e la guerra in Ucraina, che ha causato eccezionali incrementi dei prezzi dei materiali e delle lavorazioni e anche molte crisi aziendali. Nel dettaglio, 23 anni dopo il terremoto, i cantieri ancora aperti in regione sono 202; la maggior parte riguarda edifici privati, ma ci sono anche 2 chiese, 4 edifici scolastici e 2 opere pubbliche.