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sabato, Agosto 23, 2025

Deve rimandare la chemio al Cardarelli perché manca il risultato delle analisi di laboratorio: la storia di una paziente campobassana

EvidenzaDeve rimandare la chemio al Cardarelli perché manca il risultato delle analisi di laboratorio: la storia di una paziente campobassana

Per un malato oncologico il fattore tempo è di estrema importanza, un giorno in più o in meno può fare la differenza. E non lo sanno solo i pazienti. Lo sanno anche i medici che li hanno in cura e quelli che gravitano intorno al malato. Eppure capita che una paziente oncologica vada a fare delle analisi che servono per poter iniziare nell’immediato l’ennesima chemio e si senta rispondere che non è possibile ricevere un esito prima di 7 giorni.

E’ il caso di una giovane donna campobassana, che chiameremo Franca, che si è rivolta alla nostra redazione per raccontare la sua vicenda. Franca ha un tumore da 4 anni e da 4 anni fa la chemio al Cardarelli di Campobasso.

Da circa 4 mesi ha iniziato una terapia per la quale, prima di ogni ciclo, deve fare delle analisi di laboratorio per essere sicura che i valori siano normali e che il farmaco non stia causando scompensi. Di solito, i risultati di laboratorio arrivano in un giorno, massimo due, ci dice Franca, e posso iniziare la chemio in tranquillità. Ma non stavolta.

Tra due giorni avrebbe dovuto iniziare la terapia e ieri si è recata a fare le consuete analisi: le è stato risposto che per i risultati dovrà attendere più di 7 giorni. Franca protesta, fa presente che non può attendere tanto: le fanno quindi la concessione di dimezzare i tempi: metà settimana invece di una intera. Sempre troppo. La paziente cerca un aiuto, si rivolge a qualcuno in direzione amministrativa che si interessa del caso e le fa ottenere l’assicurazione che le analisi saranno pronte in mezz’ora. Ma non accade. All’ennesima richiesta di spiegazioni, le viene invece detto che i risultati del test saranno pronti tra due giorni, ma Franca a questo punto nemmeno ci crede.

La malattia è già uno stress notevole, psicologico, fisico, familiare, sociale, ci dice Franca: un malato oncologico dovrebbe almeno avere il diritto di non passare attraverso una trafila del genere. Il paziente dovrebbe essere facilitato, non messo in un percorso ad ostacoli, perché il tumore è già una difficoltà quotidiana da gestire. E, ci dice la donna campobassana, la prossima settimana sarà costretta ad andare a fare una risonanza a Salerno, a pagamento, perché al Cardarelli le hanno dato come disponibilità marzo 2026. A lei, malata oncologica in terapia.

“So bene che il mio è un caso tra tanti- ci dice Franca- ma io voglio parlare anche a nome di questi tanti. E io che sono una persona riservata mi trovo oggi a dover raccontare pubblicamente la mia vicenda e mi sento umiliata e violata a doverlo fare. Ma lo faccio perché queste cose, nella nostra regione, non possono e non devono accadere. A nessun malato e ad un malato oncologico meno che mai”.

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