“Ancora una volta – dichiara il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Roberto Gravina – quando si affronta un tema cruciale per lo sviluppo industriale ed economico non solo del Molise ma dell’intero Paese, come quello della Gigafactory di Termoli, il presidente Roberti preferisce adeguarsi al solito ordine di scuderia imposto dal governo centrale e dal ministro Urso. Da quanto leggo ho capito che è inutile proporre: le risposte sono già concordate con Roma. Peccato che quanto affermato sia stato smentito più volte, con dovizia di riferimenti normativi e documentali. Eppure, anziché provare a risollevare il dibattito, da parte del governo regionale di centrodestra l’impassibilità regna sovrana”.
Nelle sue più recenti dichiarazioni, il presidente Roberti ha sostenuto che l’ipotesi di ingresso dello Stato nel capitale di ACC sarebbe ormai una strada chiusa, “persa ai tempi del Governo Conte”, e che la stessa ACC sarebbe orientata a ridurre i propri investimenti, con Mercedes in uscita dal progetto.
“Si tratta di affermazioni che non corrispondono alla realtà – ribatte Gravina – e che finiscono per alimentare sfiducia tra i lavoratori di Termoli e l’intero indotto dell’automotive. Basta guardare alle notizie ufficiali che arrivano dalla Francia: ad inizio dicembre ACC ha ottenuto un prestito da 850 milioni di euro, garantito proprio da Stellantis e Mercedes, per completare l’ampliamento del sito di Douvrin. L’obiettivo è arrivare a 40 GWh di capacità produttiva entro il 2030, con la seconda linea da 13 GWh già in costruzione e la produzione destinata metà a Stellantis e metà a Mercedes. Altro che dismissione: siamo di fronte a una crescita della filiera, con ricadute occupazionali e industriali concrete. Inoltre, è bene dire chiaramente che seppure dovesse accadere che un terzo blocco della Gigafactory di ACC in Francia in futuro non dovesse essere portato avanti, è molto probabile che ciò accadrà invece in Spagna, a dimostrazione del fatto che ACC nelle nazioni dove viene sostenuta investe, come del resto aveva già fatto capire al governo italiano. Se l’Italia non coglie questa occasione il Molise rischia di restare fermo mentre il resto d’Europa accelera”.
Sul tema del golden power, Gravina chiarisce: “Roberti continua a usare questa espressione in maniera impropria. L’esercizio dei poteri speciali da parte dello Stato non avvenne al momento della fusione FCA–PSA per un motivo preciso: non si trattava di una cessione di asset strategici italiani a un soggetto extra-europeo, ma della creazione di un nuovo gruppo con sede e governance stabilite in Europa. In quel momento non c’erano i presupposti giuridici per bloccare l’operazione. Il golden power, che allora sarebbe stato attivabile soltanto sul segmento finanziario ovvero FCA bank – continua Gravina – ha visto, inoltre, la sua applicabilità estendersi nel corso degli anni, ad esempio, con il decreto-legge n. 21 del 2022 allor quando il perimetro d’intervento è stato ampliato anche alle operazioni intra-UE, ovvero tra soggetti europei, purché il settore industriale coinvolga tecnologie critiche. Parlare di ‘occasione persa con Conte’ è quindi non solo fuorviante, ma anche privo di fondamento, anche perché, come ribadiamo in modo costruttivo e non polemico da oltre un anno, in questo contesto, discutere oggi di golden power riferito a Stellantis non solo è anacronistico, ma rischia di distrarre dal vero nodo della questione – sottolinea Gravina –. Quello che davvero conta per il Molise e per la Regione è che lo Stato decida finalmente di entrare nel capitale o di sostenere direttamente ACC, senza insistere su una sterile ricerca di responsabilità politiche del passato che, come abbiamo più volte evidenziato anche con documentazione ufficiale, non trovano riscontro reale”.
Il consigliere pentastellato aggiunge: “Il vero problema è che Governo e Regione si sono limitati a osservare senza muovere un dito, mentre altri Paesi hanno difeso con forza i propri territori. Esiste un ventaglio di strumenti ancora percorribili: dall’ingresso dello Stato nel capitale di ACC alla destinazione di fondi europei per la transizione giusta, fino a misure per abbattere il costo energetico e sostenere accordi quadro sugli acquisti di flotte aziendali. Tutte questioni che speriamo di poter discutere in Consiglio regionale, dove abbiamo depositato nei mesi scorsi una mozione specifica, coordinata con i rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Parlamento e con quelli al Parlamento europeo. In questo quadro si inserisce anche la richiesta avanzata da tempo dai sindacati – e condivisa dal M5S – di spostare la cabina di regia della vertenza a Palazzo Chigi. Dopo mesi di inconcludenza da parte del ministro Urso, l’unica sede adeguata ad affrontare il futuro dello stabilimento di Termoli e del settore automotive resta la Presidenza del Consiglio”.
“Se Roberti vuole davvero difendere Termoli – conclude Gravina – smetta di ripetere versioni di comodo e sostenga, tra le altre cose, finalmente, insieme a noi e ai sindacati, la richiesta di portare la discussione a Palazzo Chigi. È lì che servono risposte immediate e strumenti concreti, non nelle passerelle mediatiche”.