Robert Sapolsky è un neuroscienziato di Stanford che ha passato oltre 30 anni a studiare lo stress, dai babbuini selvatici agli esseri umani e il suo lavoro spiega perché i nostri cervelli restano intrappolati nella modalità di stress cronico. E alla fine propone anche come resettarla velocemente.
Secondo il ricercatore, il nostro cervello non distingue tra un leone che ci insegue nella savana e una mail arrabbiata del capo. La risposta allo stress è infatti identica, procede a uno stesso rilascio ormonale. In pratica, la nostra mente contemporanea è ancora cablata come se vivessimo nella giungla e tuttavia a differenza dei nostri antenati non siamo progettati per sopportare lo stress a lungo termine: notifiche dai social, decisioni da prendere in fretta, preoccupazioni e pensieri ricorrenti che non ci abbandonano mai.
Il principio di reset di Sapolsky: interrompere il ciclo di feedback
I tuoi pensieri → il corpo reagisce → il corpo segnala al cervello = ancora più stress.
Un ciclo, una spirale.
Ed ecco come reagire secondo Sapolsky : «Non bisogna limitarsi a gestire lo stress, è necessario spezzarlo».
Ed ecco il suo vademecum:
- Usare il movimento come reset neurochimico
Non basta “fare una passeggiata”, bisogna muoversi con consapevolezza: il movimento abbassa subito il cortisolo. Camminare senza telefono, esplorare l’ambiente e respirare seguendo i passi. È ciò che i nostri antenati facevano dopo essere scampati a un pericolo: comunicare al cervello che ora si è al sicuro.
- Etichettare lo stress con le parole (seriamente)
Può sembrare banale, ma è pura scienza. Dire a sé stessi: “mi sento sopraffatto” oppure “questa è ansia, non è un pericolo reale” attiva la corteccia prefrontale, la parte razionale del cervello. Dare un nome significa addomesticare lo stress: il linguaggio calma il sistema limbico.
- Creare brevi momenti di controllo
Sentirsi senza controllo = picco immediato di stress. Sapolsky ha scoperto che anche i più piccoli atti di controllo resettano il cervello. Rifare il letto, ordinare la scrivania, scegliere una playlist, preparare l’outfit per il giorno seguente: sono micro-decisioni che radicano la mente e ti tirano fuori dalla spirale dello stress.
- Interrompere la linea temporale (il trucco del “viaggio nel tempo”)
Quando si è stressati, il cervello resta bloccato nel presente: “tutto sta crollando, niente migliorerà mai”. Il consiglio è quello di fare un salto nel futuro con la mente, chiedersi se quel piccolo dramma avrà importanza cinque giorni dopo o cinque settimane dopo. Il cambio di prospettiva riduce immediatamente la risposta allo stress.
- Non inseguire la calma ma creare sicurezza
A differenza di quanto prevalentemente sostenuto finora, secondo Robert Sapolsky il nostro sistema nervoso non cerca pace interiore, cerca sicurezza. Quindi, invece di provare in tutti i modi a rilassarsi, sarebbe assai più utile costruire segnali di protezione: parlare con una persona gentile, avvolgersi in una coperta, accendere una candela familiare, cercare insomma di sentirsi protetti tra le mura (simboliche) delle antiche caverne.
“Perché è proprio così che si sconfigge lo stress, ricreando ambienti sicuri, costruendone uno ogni giorno”.
Ioan Arghir