In pieno ponte ferragostano i riflettori della cronaca erano tutti puntati su Genova e sul crollo del Ponte Morandi. Ma verso sera, proprio mentre tutti i tg raccontavano del disastro del viadotto sul Polsevera, tra Montecilfone e Guglionesi la terra tremò per diversi secondi. Una scossa violenta, avvertita in tutto il Basso Molise, di magnitudo 5.2.. Le repliche durarono diversi giorni. Il 16 agosto le più violente. I danni furono tantissimi, così come lo spavento. Per fortuna nessuna vittima, né ci furono persone ferite, ma in molti furono costretti ad abbandonare le proprie case, lesionate e diventate inabitabili.
La ricostruzione, dopo 7 anni, non è ancora completata. Proprio una decina di giorni fa il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci e il presidente della Regione Francesco Roberti hanno firmato un protocollo d’intesa per portare a termine i lavori che mancano nei 21 comuni colpiti. Musumeci ha indicato in circa 35 milioni i fondi che il governo metterà a disposizione.
Con queste risorse – ha detto il Ministro nell’incontro a Campobasso a palazzo Vitale – la ricostruzione potrà essere completata. L’obiettivo – ha aggiunto in quella occasione il ministro – è anche quello di ridare fiducia ai cittadini.
Con la firma del protocollo viene sancito un duplice impegno: da un lato il Governo fornirà le risorse perchè si possa completare in 5 anni, con 35/37 milioni la fase di ricostruzione; dall’ altro la Regione dovrà a sua volta mettere a terra la risorsa per restituire speranza ai cittadini dell’area colpita e invogliarli a non abbandonare i loro paesi.
Lavori già partiti qualche mese fa, aveva sottolineato Roberti a margine della firma con Musumeci, anche per costruire case più sicure in una zona che si è rivelata ad alto rischio sismico come quelle già in passato colpite da eventi analoghi. Lo stesso Musumeci, a margine della firma del protocollo, ha annunciato che è ferma intenzione del governo di mettere in sicurezza i territori più a rischio.