
L’esercito israeliano ha dichiarato questa mattina di aver colpito altri 450 obiettivi di Hamas nelle ultime 24 ore e di aver aumentato il numero delle forze di terra a Gaza. Ma mentre continua la furia dell’attacco israeliano, c’è paura, distruzione e fame.
COLLASSO DELL’ORDINE PUBBLICO
La situazione a Gaza dopo gli avvenuti saccheggi è secondo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, “ogni ora più disperata” e questo è “totalmente inaccettabile” per il numero di civili uccisi e feriti nella guerra tra Israele e Hamas.
L’Onu ha messo in guardia dal collasso dell’ordine pubblico: in migliaia di persone hanno fatto irruzione nei campi umanitari nella Striscia di Gaza, dove vengono distribuiti gli aiuti umanitari. Il tutto nelle zone centrali e meridionali della Striscia: la farina di frumento e altri prodotti di base sono stati rubati dai magazzini e dai centri di distribuzione dell’Unrwa, che attraverso Thomas White ha fatto sapere: “Questo è un segnale preoccupante che lordine civile sta iniziando a crollare dopo tre settimane di guerra e uno stretto assedio a Gaza. Le persone sono spaventate, frustrate e disperate. Le tensioni e la paura sono aggravate dai tagli alle linee di comunicazione E Internet. Si sentono soli, tagliati fuori dalle loro famiglie a Gaza e dal resto del mondo”.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha chiesto un immediato allentamento delle ostilità e la fornitura di aiuti umanitari. “È inaccettabile che i civili non abbiano un posto sicuro dove andare in mezzo ai massicci bombardamenti” ha detto la presidente Mirjana Spoljaric in una dichiarazione. Questo è un fallimento catastrofico che il mondo non deve tollerare”. Medici Senza Frontiere ha chiesto un cessate il fuoco immediato per prevenire ulteriori morti nella Striscia di Gaza e consentire larrivo delle forniture umanitarie di cui cè disperatamente bisogno.
LE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI
Loperazione “ampliata” di Israele lascia le famiglie degli oltre 200 ostaggi portati a Gaza in un timore ancora maggiore per i loro cari. Un gruppo di pressione a favore delle famiglie ha parlato della “più terribile di tutte le notti” mentre le emozioni aumentavano con l’espansione delle operazioni di terra delle Forze di Difesa Israeliane (Idf). Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che la guerra a Gaza “sarà lunga”. Ha detto che gli obiettivi di questa fase della guerra sono distruggere Hamas e restituire gli ostaggi presi il 7 ottobre. Netanyahu ha confermato di aver parlato con i familiari e ha detto di aver promesso loro che avrebbe esaurito tutte le opzioni per riportare a casa i loro cari. Tuttavia ha poi sollevato un forte polverone fino a ritrovarsi a scusarsi e cancellare il post per il quale l’ex capo di stato maggiore israeliano e leader di Unità nazionale Benny Gantz lo ha attaccato oggi su X chiedendo al primo ministro israeliano di ritirare la sua dichiarazione di ieri sera contro le agenzie di sicurezza e di smettere di occuparsi della questione.
NETANYAHU IN DIFFICOLTÀ
La polemica parte da ieri sera quando Netanyahu ha affermato di non aver ricevuto alcun avvertimento sulle intenzioni di Hamas di iniziare una guerra contro Israele, e ha incolpato le agenzie di sicurezza – in particolare nominando il capo dell’intelligence militare dell’IDF Aharon Haliva e il capo dello Shin Bet Ronen Bar – per il fallimento che ha portato all’attacco. A cascata le reazioni di diversi politici israeliani, compreso Lapid che ha criticato Netanyahu, affermando che il primo ministro “ha oltrepassato la linea rossa”. Il ministro della Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Ben-Gvir afferma che “la politica di contenimento, la deterrenza immaginaria e lacquisto di una pace temporanea a un prezzo esorbitante, sono i padri di tutti i peccati”. “Una mattinata tesa per Netanyahu che ha dovuto affrontare una raffica di critiche” ha commentato al Jazeera.
NUOVA FASE
Nel frattempo, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato in una dichiarazione che il suo paese è entrato “in una nuova fase della guerra”. Il funzionario ha detto che Israele “ha attaccato sopra e sotto terra. Abbiamo attaccato agenti terroristici a tutti i livelli, in tutti i luoghi. Le istruzioni alle nostre forze sono chiare: l’operazione continuerà fino a quando non verrà dato un nuovo ordine”.
Le forze israeliane “sono entrate nella Striscia di Gaza e hanno ampliato l’operazione di terra a cui prendono parte unità di fanteria, mezzi corazzati, del genio e artiglieria con fuoco pesante”, ha detto sabato mattina il portavoce dell’Idf, contrammiraglio Daniel Hagari. “Le forze sono sul campo e continuano i combattimenti”, ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli.
Le parole di Hagari confermano che l’operazione militare ha subito una significativa espansione dopo quelli che aveva precedentemente descritto come due “raid mirati”, avvenuti mercoledì notte e giovedì notte. Entrambi i raid hanno visto le forze di terra ritirarsi dopo poche ore. Tuttavia, non sembra che sia ancora in corso una grande offensiva di terra mirata a conquistare e detenere porzioni significative del territorio. In un nuovo appello agli abitanti di Gaza a spostarsi a sud, lIdf ha parlato di unoperazione “imminente”.
L’Idf ha annunciato che almeno 311 soldati israeliani sono stati uccisi dal 7 ottobre e 230 persone – civili e soldati – sono state rapite. Il bilancio totale delle vittime a Gaza è salito a 8.005 persone oggi, secondo una dichiarazione rilasciata dal ministero della sanità di Gaza. Tre palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania nella notte.
COSA SUCCEDE IN LIBANO LUNGO BLUE LINE
La forza di pace dell’Onu Unifil dice: “al momento non ci sono incendi vicino alle nostre basi”. Lo riferisce – contattato da askanews – Andrea Tenenti, il portavoce della base, dove sono stanziati oltre mille militari italiani. Tenenti precisa così fonti libanesi che parlavano di una serie di incendi divampati nella zona di Naqoura e di Ayta Shaab, che ci sono stati, ma nei giorni scorsi. Mentre gli scontri a fuoco continuano sporadicamente lungo la Linea Blu da tre settimane. Il portavoce conferma il ferimento di un ufficiale nepalese delle forze internazionali, riferito dall’agenzia di stampa nazionale libanese (Nna). La missione dell’Onu in Libano, Unifil, è composta da contingenti da 49 nazioni, con un totale di 10.500 militari, di cui circa 1.150 sono italiani.
(Di Cristina Giuliano)
Le immagini che giungono da Gaza nelle ultime settimane raccontano una tragedia umanitaria che si fa ogni giorno più drammatica. I numeri sono impietosi: 470.000 persone (su 2,1 milioni) in condizioni di carestia prolungata; 90.000 donne e bambini che necessitano di cure urgenti per malnutrizione; Il 33% della popolazione non riesce a nutrirsi per giorni: una persona su tre. In questo scenario – scrive il direttore don Alberto Conti – la nostra Caritas di Trivento, non vuole restare indifferente. Ieri sera abbiamo contattato padre Gabriel, parroco della comunità cattolica della Sacra Famiglia a Gaza. Alla domanda: “Cosa possiamo fare concretamente?”, la sua risposta è stata semplice e disarmante: “Grazie per la vostra vicinanza, la vostra preghiera e il desiderio di fare di più. Qui serve di tutto, ma potremmo avviare un progetto chiamato ‘Latte, vitamine e pannolini per bambini’. Possiamo far arrivare questi aiuti tramite il Patriarcato Latino e la Caritas Gerusalemme. Questa è l’unica via possibile. Il Patriarca sta facendo di tutto per garantire che gli aiuti giungano a destinazione. E continuiamo a pregare: è ciò che ci sostiene e ci porterà dal cielo la pace”. Anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa, dopo una recente visita alla comunità cattolica di Gaza, ha voluto testimoniare la vicinanza della Chiesa universale: «Siamo entrati in un luogo devastato. Eppure abbiamo incontrato la dignità dello spirito umano che rifiuta di spegnersi. Cristo non è assente da Gaza. La Chiesa, l’intera comunità cristiana, non li abbandonerà mai». Dopo aver consultato il nostro Vescovo, mons. Camillo Cibotti, abbiamo deciso di destinare un primo contributo di 15.000 euro per sostenere la parrocchia della Sacra Famiglia. Ma questo è solo l’inizio. Chiediamo a tutte le parrocchie, associazioni, comitati, organizzatori di feste patronali (ricordiamo tutti che i Santi si venerano prima di tutto con la preghiera e la solidarietà e poi con le feste in piazza perché, come diceva San Giovanni Paolo II, :“I santi non hanno bisogno di fuochi d’artificio, ma di cuori accesi.”) e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di promuovere una raccolta fondi, da oggi e per tutto il tempo necessario. I fondi raccolti saranno inviati a Caritas Gerusalemme e utilizzati per l’acquisto di latte, vitamine, medicine, pannolini e tutto ciò che possa servire ad alleviare le sofferenze dei più vulnerabili. Non dimentichiamo neppure le altre guerre che insanguinano il mondo. In questi giorni abbiamo voluto sostenere anche la popolazione del Myanmar, inviando una seconda somma di 10.000 euro alla diocesi di Yangon, guidata dal cardinale Charles Bo, per aiutare i più poveri e dimenticati. Mentre scrivo queste parole, giunge una notizia dolorosa e drammatica. In una delle tante terre dimenticate dai riflettori del mondo, dove i conflitti sembrano non avere fine, si è consumata l’ennesima tragedia. Nell’Est della Repubblica Democratica del Congo, nella località di Komanda, almeno 43 fedeli cattolici sono stati uccisi in un attacco islamista avvenuto nella notte. Sono martiri della fede, testimoni silenziosi di un Vangelo vissuto fino all’estremo. Insieme al dolore, si alza la preghiera per loro, per le loro famiglie, per una pace che sembra sempre più lontana e per una solidarietà che non deve restare parola, ma diventare scelta concreta. La guerra – ogni guerra – porta con sé solo morte, distruzione e disumanità. È sempre una sconfitta e un’offesa alla fraternità umana. Continuiamo a pregare, ma anche a operare. Perché la pace si costruisce ogni giorno con gesti concreti di solidarietà e prossimità.
Chiediamo a tutti di contribuire alla raccolta tramite i seguenti canali:
Caritas Trivento Diocesi di Trivento IBAN: IT12 A 08189 41140 000 000 016968 BCC della Valle del Trigno – Ag. Trivento; Causale: “Progetto Gaza 2025”
Bollettino postale:
Caritas Trivento
C/C postale n. 10431864
Causale: “Progetto Gaza 2025”
Fondazione Caritas Trivento Onlus IBAN: IT94O0818941140000000013881
BCC della Valle del Trigno – Ag. Trivento
Causale: “Progetto Gaza 2025”