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mercoledì, Luglio 23, 2025

Fuga nella morte

EditorialiFuga nella morte

di Agostino Rocco*

C’è un fenomeno apparentemente inspiegabile, l’aumento del numero dei suicidi. Comprende tutte le età, ma soprattutto i giovani. Una volta il suicidio era caso estremo, rarissimo, quasi sconosciuto in molte classi sociali. Oggi invece aumenta chi, invece di fuggire per quanto possibile la morte, la cerca. Eppure viviamo la società del benessere, mentre un secolo fa c’erano privazioni e miserie ovunque. Si uccidono anche ragazze di 25 anni belle, con una divisa, i gradi e stipendio da 2300 euro al mese, ragazzi ventunenni con un avvenire, ex calciatori di successo.
Perché?

Agostino Rocco

Le ragioni possono essere tante, ma resta il fatto che questa società in apparenza soddisfacente e protettiva è invece la società delle grandi paure, incertezze, delle voragini morali di chi perde speranze e attese, delle solitudini profonde.
Una società dove i giovani adolescenti si chiudono in camera con il computer e si rifiutano di uscire per mesi, anni. Isolati dal mondo, soli nella disperazione, calati nelle intelligenze artificiali e nei videogiochi per sopravvivere. Poi, qualcosa si spezza, e qualcuno la fa finita. Altri volano sui tetti sfidando la morte in giochi assurdi del destino, tanto la vita non vale niente, altri cercano nelle droghe un benessere artificiale e mortale. Aumentano i depressi, tutti hanno bisogno della psicanalisi per tentare la salvezza, pochi ci riescono. E poi la guerra, atomica, che governanti arteriosclerotici inseguono con nevrotica incoscienza, il nuovo incubo planetario.
Si uccidono per disperazione artificiale in un mondo falso di plastica e cartapesta, dove non si crede più in niente.
Nemmeno in sé stessi.

*Giornalista, scrittore

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