Riceviamo e pubblichiamo la nota del Consigliere regionale del Movimento 5 stelle Angelo Primiani
“Ho da poco scritto ad Asrem per segnalare questa anomalia: in Molise c’è il rischio che curarsi costi sempre di più. Dal primo luglio è scattato l’obbligo di usare il servizio di pagamento digitale PagoPa anche per le prenotazioni sanitarie, una situazione su cui accendere i riflettori perché chi non può recarsi direttamente agli sportelli CUP, come i cittadini delle aree interne, rischia di pagare commissioni aggiuntive per ogni prestazione medica.
Pur comprendendo che tale disposizione derivi dall’applicazione di una normativa nazionale, non si possono e non si devono ignorare le ricadute pratiche sui cittadini, specialmente i più fragili.
Mentre presso gli uffici CUP il pagamento avviene senza costi aggiuntivi, quando i cittadini – per ragioni di età, residenza o altre necessità – si rivolgono a tabaccherie o uffici postali, si trovano a dover sostenere commissioni che gravano sul costo della prestazione sanitaria.
Una situazione che si aggrava ulteriormente nel caso di prescrizioni multiple, dove ogni singola prenotazione comporta una commissione separata, moltiplicando l’esborso economico per le famiglie.
Prendiamo il caso delle analisi del sangue: se bisogna pagare ad esempio quattro o cinque ricette mediche, un anziano di un piccolo paese del Molise che non può recarsi allo sportello CUP dovrà pagarle presso una tabaccheria o un ufficio postale al costo di due euro in più per ogni prenotazione, quindi 8 o 10 euro in più in totale. Costi vivi che vanno a sommarsi al fatto che i molisani pagano già il ticket sanitario più alto d’Italia a causa della permanenza in Piano di rientro.
È paradossale che l’innovazione tecnologica, pur necessaria per modernizzare il sistema e renderlo più trasparente, finisca per penalizzare chi ha più bisogno di assistenza. Gli anziani, chi vive in comuni dove non ci sono sportelli CUP, i cittadini con difficoltà negli spostamenti, rischiano di vedere aumentato il costo effettivo delle cure.
Ho interessato della questione il direttore generale dell’Asrem e il direttore sanitario, sollecitando verifiche immediate e l’adozione di soluzioni concrete. Si potrebbe pensare ad esempio a stipulare apposite convenzioni per eliminare le commissioni sui pagamenti delle prestazioni sanitarie.
L’auspicio è che si possa intervenire a tutela dei cittadini e garantire che l’innovazione digitale non si traduca in una ulteriore “tassa” sulla sanità.”