Archiviato il passaggio al tar e accusato il risultato negativo, la politica a Campobasso lascia le aule di Giustizia e torna al confronto dialettico sul futuro dell’amministrazione guidata da Marialuisa Forte. Che fare? Questa è la domanda che il centrodestra potrebbe mutuare, fatte le debite distinzioni, dal celebre quesito posto da Lenin. Nella città capoluogo, tuttavia, ogni cosa è possibile e immaginabile, tranne quella di un partito rivoluzionario che recandosi dal notaio rovesci (metaforicamente, s’intende) i banchi di Palazzo San Giorgio. La strada maestra, dice Francesco Pilone, capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune, è quella della mozione di sfiducia. Stessa linea d’indirizzo quella di Forza Italia. No a ipotesi notarili, dice il capogruppo Domenico Esposito, ma valutiamo il tema della sfiducia. Da Esposito un forte richiamo ai partiti del centrodestra e alla necessità di recuperare presenza sul territorio. Apriamo sedi di partito: questo il suo appello. Intanto è notizia di queste ore, quella di una prossima riunione dei segretari di partito del centrodestra con i consiglieri comunali della coalizione.