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domenica, Luglio 20, 2025

Castelbottaccio ricorda Irene Pepe, la mamma che salvò il paese dalla rappresaglia nazista

EvidenzaCastelbottaccio ricorda Irene Pepe, la mamma che salvò il paese dalla rappresaglia nazista

Esiste una storia con la lettera maiuscola, quella fatta da grandi generali, politici, statisti, intellettuali. E c’è la storia con la lettera minuscola, quella che nei libri di scuola non c’è, ed è la storia fatta di storie, quelle di persone comuni che, con il loro agire, hanno cambiato la vita degli altri, senza clamore, senza finire sui giornali, senza medaglie e riconoscimenti. Come Irene Pepe, di Castelbottaccio. Una donna semplice, mamma di 6 figli che, un giorno del 1943, in piena Seconda guerra, viene a sapere che un gruppo di soldati italiani allo sbando, durante la ritirata tedesca, sta per fucilare un giovane portaordini. Immediatamente comprende il pericolo: ucciderlo significa attirare sul paese intero una sicura dura rappresaglia nemica che non avrà pietà di nessuno. Irene Pepe non rimane in casa, non si va a nascondere. Chiama a raccolta altre donne, altre mamme, e vanno tutte insieme a Sant’Oto, luogo dell’esecuzione: le parole di Irene saranno convincenti, il portaordini viene risparmiato. E così Castelbottaccio, che ha rischiato di essere teatro di una feroce rivalsa e che, passato il momento di odio e di furia, si rende conto dello scampato pericolo e non può fare altro che ringraziare, da lì in avanti, la figura di questa madre saggia e coraggiosa. Per un atto che perfino i tedeschi apprezzarono: durante la ritirata il figlio di Irene Pepe, Fernando, appena 15enne, stava per essere requisito dall’esercito nazista. Un passante, in tedesco, spiegò ai militari che il ragazzino era figlio della donna che aveva fatto risparmiare la vita al portaordini. Fernando fu rilasciato, illeso.

Il gesto e la storia di Irene Pepe è rimasto a lungo nella tradizione orale di Castelbottaccio, finché la nipote Annamaria, e alcuni esperti hanno iniziato ad indagare su quel periodo storico, trovando conferme alla frase che ancora oggi si legge sulla lapide di Irene: “Benedetta da un popolo intero, sarà rimpianta da tutti”

La vicenda personale è diventata un patrimonio collettivo e ora Castelbottaccio si prepara a dare un valore particolare alla memoria della donna: il 26 luglio si terrà una cerimonia ufficiale con un convegno aperto al pubblico tenuto da studiosi e docenti dell’Università degli Studi del Molise e dell’Università della Terza Età e del Tempo Libero.

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