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mercoledì, Luglio 9, 2025

Incendi, il giorno dopo: la conta dei danni e i continui disagi ai trasporti, soprattutto ferroviari

AperturaIncendi, il giorno dopo: la conta dei danni e i continui disagi ai trasporti, soprattutto ferroviari

Come ogni estate, il fuoco torna a sfidare la terra. E in Basso Molise ha già vinto troppo. Tra Portocannone, Campomarino e Termoli le fiamme hanno inghiottito ettari di vegetazione, campi coltivati, uliveti e vigneti. Una devastazione che va oltre l’ambiente: è l’agricoltura locale a pagare il prezzo più alto, con danni incalcolabili a raccolti e strutture, e con la rabbia silenziosa di chi, in poche ore, ha visto bruciare il frutto di un intero anno di lavoro.

A rendere ancora più drammatica la situazione, il caldo torrido e il vento che hanno alimentato i roghi, rendendo difficile il lavoro dei Vigili del Fuoco e dei volontari della Protezione Civile, impegnati senza sosta per contenere i fronti attivi. Il fuoco non ha risparmiato nulla: si è avvicinato minaccioso alle abitazioni, ha invaso strade e interrotto i collegamenti. Ieri, al confine tra Molise e Puglia, tra Chieuti e Lesina, si è toccato l’apice dell’emergenza. L’A14 chiusa per ore, treni soppressi, una paralisi. Anche oggi si viaggia in autobus, molti convogli fermano la corsa proprio a Termoli. Più giù non possono andare. E molti altri previsti da Lecce o Bari partono proprio dalla città molisana.

Le cause degli incendi sono ancora al vaglio delle autorità. Ci sarebbe il dolo. In qualche caso a favorire il propagarsi delle fiamme sarebbe stata la mancata predisposizione di fasce parafuoco in terreni appena trebbiati: lì, la combustione delle stoppie – una pratica agricola comune – ha trovato terreno fertile per trasformarsi in incendio, complice anche il clima secco e il vento.

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