Con una massiccia raccolta di firme e migliaia di adesioni, la proposta del Partito Animalista Italiano e del Movimento Associativo Italiani all’Estero punta a rivoluzionare il mondo circense.
Dopo una lunga e capillare campagna condotta dal Partito Animalista Italiano (PAI) e dal Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE), la proposta di legge di iniziativa popolare “Basta Animali al Circo” è stata presentata ufficialmente in Parlamento. Primo firmatario il Senatore Mario Borghese, la discussione prenderà il via proprio dal Senato della Repubblica.
A darne notizia è Cristiano Ceriello, avvocato, presidente del PAI e promotore della proposta che punta a introdurre anche in Italia il divieto sull’utilizzo di animali, in particolare quelli selvatici, negli spettacoli circensi, adeguando così l’Italia alla normativa varata da altri 22 Paesi europei che da tempo hanno proibito lo sfruttamento di queste creature senzienti condannate a una vita innaturale e infelice al solo scopo di divertire il pubblico.
“Amiamo il circo, ma quello senza animali. Così è davvero bellissimo”: questa la prima dichiarazione soddisfatta del Partito Animalista.
La proposta è nata, come si diceva, da una mobilitazione popolare che ha raccolto quasi 100.000 firme, sia in modalità cartacea sia online, dopo il deposito del testo presso la Corte di Cassazione, così come previsto dall’articolo 71 della nostra Costituzione. Un numero imponente, significativo, superiore alle aspettative che testimonia una sensibilità cambiata e il sostegno da parte dei cittadini a questa lodevole battaglia di civiltà.
Il deposito ufficiale del testo in Parlamento è avvenuto dopo un lungo lavoro di revisione da parte dello stesso avvocato Ceriello, del senatore Borghese e dell’onorevole Ricardo Merlo, fondatore del MAIE. Ora si attende che il disegno di legge venga calendarizzato e discusso in aula.
Intanto, i promotori ricordano che l’Italia è tra i pochi Paesi europei a non aver ancora adottato una normativa chiara sul tema. “Serve una spinta forte e decisa per colmare questo vuoto normativo e allinearci ai migliori standard di tutela animale a livello europeo”, sottolineano gli attivisti.
Ioan Arghir