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mercoledì, Luglio 9, 2025

Larino, presentate due pubblicazioni storiche di Cavallo e Mammarella

CronacaLarino, presentate due pubblicazioni storiche di Cavallo e Mammarella

Il Lions Club di Larino e l’Assessorato comunale alla Cultura della città frentana, hanno organizzato una cerimonia per presentare, lunedì 30 giugno scorso nella sala conferenze del Palazzo ducale, un volume di Salvatore Primiano Cavallo legato ad una corrispondenza intercorsa nel 1735 tra Lesina e Larino e un Saggio di Giuseppe Mammarella sullo scoprimento dei resti mortali del grande Navigatore genovese, avvenuto a Santo Domingo nel 1877, alla presenza di un futuro Vescovo di Larino.

Il libro dello Studioso lesinese Salvatore Primiano Cavallo, già proposto nella sua città esattamente un mese fa, è frutto di un attento esame (trascrizione integrale, commento e parafrasi) di una lettera scritta nel 1735 dall’Arciprete di Lesina don Vito Trojano al Vescovo di Larino mons. Giovanni Andrea Tria per informare quest’ultimo, sul culto praticato a Lesina verso i primi due Martiri Larinesi, Primiano e Firmiano, da metà IX secolo Patroni principali della bella località lagunare.

Il corposo documento, custodito nell’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino, la cui unica sede è posta presso l’episcopio di Larino, ha consentito a Cavallo di porre in evidenza interessanti dati legati alla religiosità del Settecento a Lesina. “L’Autore – scrive Antonio Fernando Lombardi nella sua pregevole postfazione – tratta nel suo volume un argomento spiritualmente avvincente il quale costituisce anche un’impresa storico-archivistica che non è delle più semplici […]. Ed è un passo, questo, che l’Autore ha saputo compiere, come in altre sue opere, oltre che con amore, anche con umiltà e impegno pensando e allestendo una pubblicazione singolare, dalla quale tanti studiosi trarranno informazioni […]”. Il volume, oltre alla citata postfazione di Lombardi, Studioso d’eccezione ed autore di tante pubblicazioni, si avvale anche della prefazione di Giuseppe Mammarella, Ispettore Archivistico Onorario per l’Abruzzo e il Molise, e della presentazione di Giuseppe Di Perna, Presidente del Centro Studi per il Medioevo di Capitanata e Mezzogiorno d’Italia.

Il Saggio di Giuseppe Mammarella, “Un Vescovo di Larino e le ceneri di Cristoforo Colombo”, apparso per la prima volta sull’Almanacco del Molise del compianto Enzo Nocera nell’ormai lontano 1990, è stato appena ristampato, in estratto, dal Lions Club larinese. Il medesimo sodalizio frentano curò, nello stesso anno 1990, la produzione di duemila copie del primo estratto, da tempo completamente esaurite.

Lo studio in questione fu presentato direttamente da Giuseppe Mammarella, nell’estate del 1990, a Paolo Emilio Taviani, noto politico (più volte Ministro della Repubblica e poi Senatore a vita per “meriti sociali, letterari e scientifici”), Storico insigne, considerato, da sempre, il massimo studioso di questione colombiane, che lo apprezzò ed in cambio gli donò l’opera “I viaggi di Colombo, la grande scoperta”, custodita in un elegante cofanetto ed IMPREZIOSITA DA UNA SPECIALE DEDICA, posta sul frontespizio del primo volume.

Mons. Bernardino Di Milia, Vescovo di Larino dal 1891 al 1910, prima di giungere nella città frentana, fu Segretario di mons. Rocco Cocchia, dal 1874 Delegato Apostolico nelle Repubbliche di Santo Domingo, Haiti e Venezuela. Rientrato in Italia mons. Cocchia nel 1883, gli successe in qualità di Delegato Apostolico presso le stesse Repubbliche. Qui mons. Di Milia continuò l’opera diplomatica del predecessore mons. Cocchia che, dal maggio 1887 al dicembre 1990, fu Arcivescovo di Chieti ed Amministratore perpetuo di Vasto.

Nell’aprile del 1877, ricorda Giuseppe Mammarella, iniziarono i lavori di restauro della cattedrale di Santo Domingo che consentirono di scoprire alcune sepolture legate alla famiglia di Cristoforo Colombo. Il 10 di settembre dello stesso anno, alla presenza, tra gli altri, di mons. Cocchia e di mons. Di Milia, fu ritrovata proprio l’urna in metallo contenente le spoglie mortali del grande Navigatore.

Giunta anche in Italia la notizia del singolare rinvenimento, furono avanzate diverse richieste al fine di ottenere frammenti ossei. Le autorità religiose e civili di Santo Domingo accettarono un invito e cioè quello rivolto dall’Università di Pavia dove si pensa che Colombo abbia appreso le prime nozioni di nautica. Per la consegna del prezioso cimelio nella città lombarda, avvenuta il 4 agosto 1880 nel corso di una solenne cerimonia, fu incaricato proprio mons. Di Milia. Nella seconda decade dello stesso mese una “reliquia” fu recapitata, sempre dal futuro Vescovo di Larino mons. Di Milia, anche in Vaticano per il Papa Leone XIII.

Sull’eccezionale scoperta, mons. Rocco Cocchia pubblicò le seguenti opere: “Descubrimiento de los verdaderos restos de Cristobal Colon…” (Santo Domingo 1877); “Los restos de Cristobal Colon…” (Santo Domingo 1879); “Cristoforo Colombo e le sue ceneri” (Chieti 1892).

Anche la città spagnola di Siviglia, dove, nella sua cattedrale, nel 1899 fu realizzato un grande monumento funebre, vanta il possesso dei resti mortali di Cristoforo Colombo. A tal proposito, però, è necessario considerare l’attenta analisi di Paolo Emilio Taviani espressa anche nella sua citata opera “I viaggi di Colombo. La grande scoperta” che conclude l’argomento esprimendosi in questo modo: “Come in occasione della nascita, così anche per la morte di Cristoforo Colombo la forza della mitologia e le sortite dei dilettanti hanno moltiplicato i parti d’ipotesi fantasiose […]. Noi riteniamo che ciò che rimane del corpo del grande navigatore si trovi nel sepolcro di Santo Domingo” (Istituto Geografico De Agostini, vol. II, 1984, p. 321).

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