Anche allora, come oggi, il 5 luglio era stata una giornata torrida. Così calda che i volontari della protezione civile avevano idranti e bottigliette d’acqua per refrigerare le 25mila persone sedute sulla spianata del vecchio Romagnoli.
Tutte in attesa di vedere arrivare, e magari toccare, Papa Francesco. Una giornata indimenticabile, quella del 5 luglio del 2014, cominciata con l’arrivo in elicottero del Pontefice davanti all’Università del Molise, prima tappa della sua storica visita.
Nell’aula magna dell’Ateneo, con il Rettore dell’epoca, Gianmaria Palmieri, a fare da patrone di casa, il lavoro era stato messo al centro degli interventi.
Poi il festoso arrivo sulla papamobile al vecchio campo sportivo, dove una marea colorata aveva stretto Francesco in un simbolico ma anche reale abbraccio collettivo.
La Messa, con l’altare e la capanna di canne, la maglia rossoblu del Campobasso sventolata sulla papamobile e poi la visita ai malati in Cattedrale e il pranzo alla mensa dei poveri.
Non mettetemi tanta roba, aveva chiesto ai volontari, perché in una struttura per i poveri, aveva aggiunto, non bisogna lasciare il cibo nel piatto.
Il viaggio a Castelpetroso in elicottero e la curiosità sui paesi visti dall’alto soddisfatta dall’arcivescovo Bregantini che lo aveva accompagnato in tutte le tappe, fino alla conclusiva a Isernia.
Un affetto che aveva fatto felice Jorge Bergoglio che all’Angelus del giorno dopo ringraziò il Molise per la calorosa accoglienza che gli era stata riservata.
Un legame, quello con il Papa arrivato da lontano, che in una terra di periferia aveva trovato radici comuni.