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venerdì, Luglio 4, 2025

Molisano di San Giovanni in Galdo, il vero autore del Conte di Montecristo?

AttualitàMolisano di San Giovanni in Galdo, il vero autore del Conte di Montecristo?


di Giovanni Mascia*

Non ci sono dubbi sulle origini molisane di quello che, secondo un’antica diceria, è il vero autore del capolavoro della letteratura mondiale, firmato da Alexandre Dumas. Duro a morire il successo popolare del romanzo Il conte di Montecristo, rilanciato di volta in volta anche dalle riduzioni cinematografiche e televisive. Dura a morire la diceria, acuita un paio di anni fa dalla edizione in lingua francese della Legare Street Press, con la copertina del primo volume a indicare solo il nome del vero autore, molisano e non solo per le origini pacificamente riconosciute. Addirittura molisano di nascita, avvenuta, a detta di alcuni, a San Giovanni in Galdo, e non a Napoli, nei primi anni dell’Ottocecento.

Pier Angelo Fiorentino da San Giovanni in Galdo, dunque. E chi era costui? Di certo non un Carneade qualunque.

P.A. Fiorentino (Napoli, 30 marzo 1811 – Parigi, 31 maggio 1864) è stato una figura poliedrica nel panorama culturale del XIX secolo, distinguendosi come drammaturgo, giornalista, poeta, scrittore e traduttore. Si fece notare inizialmente per le poesie e i drammi che furono anche rappresentati a teatro. L’impegno politico e civile lo portò a schierarsi apertamente a favore dell’unità italiana, aderendo alla Società Nazionale per la Confederazione Italiana, fondata e presieduta da Gioberti. Non esitò inoltre a esprimere critiche verso l’allocuzione Non semel di Papa Pio IX. Il suo maggiore successo lo raggiunse però in Francia, dove divenne un critico musicale e teatrale temuto e rispettato, collaborando con i più importanti giornali dell’epoca. Una delle sue opere più significative fu la traduzione della Divina Commedia in francese, pubblicata per la prima volta nel 1840. La sua traduzione di Dante è reputata la migliore di sempre. Ebbe ben tre edizioni e numerose ristampe, fu accolta con grande entusiasmo da figure del calibro di Baudelaire, Hugo e La Mennais, e fu persino scelta nel 1861 dall’editore Hachette per l’edizione della Commedia illustrata da Gustave Doré.

 

Collaboratore di Alexandre Dumas, Pier Angelo Fiorentino sarebbe stato il vero autore, non solo de Il conte di Montecristo (1844-1846), ma anche di altre opere di oggetto italiano firmate dallo scrittore francese. Questa ipotesi, suggerita da alcuni testi francesi, specialmente dalle affermazioni di Eugène de Mirecourt, fu poi ripresa in Italia, nella famosa polemica tra Alexandre Dumas padre e Francesco De Sanctis, il quale in seguito avrebbe ricordato il Fiorentino in un necrologio per un giornale napoletano come un giovane un po’ scapestrato, “un appendicista nato… applaudito, ben pagato e ben pasciuto” dalla cui penna era uscito “un fiume di spirito, concetti, epigrammi, motti, ironia, sarcasmo, buffoneria, caricatura” (Un viaggio elettorale, p. 492).

La polemica tra Dumas e De Sanctis fu efficacemente riassunta da Benedetto Croce, Alessandro Dumas a Napoli, in Uomini e cose della vecchia Italia, s. II, Laterza, Bari 1927, specie pp. 360-362. Giudicando la pretesa paternità del Fiorentino una leggenda, Croce ricordava, peraltro, come l’autore francese, respingendo le accuse di plagio per Il conte di Montecristo, lodava il collaboratore di un tempo, definendolo: “il solo uomo d’ingegno che abbiate, il solo che rappresenti l’intelligenza meridionale a Parigi, un uomo che ha disputato ai nostri primi stilisti, a Janin, a Teofilo Gautier, a Paolo di St. Victor, la palma della lingua francese” (Ivi, p. 361). A sua volta, nell’orazione funebre del 4 giugno 1864, Théophile Gautier lo lodava in questi termini: “Italiano, parlava francese con tale perfezione, tale proprietà, tale finezza, da poter credere che avesse due lingue materne”.

Non per nulla, a pochi anni dalla morte prematura dello scrittore, che era stato insignito della Croce della Legion d’Onore, la più alta onorificenza conferita dallo Stato francese, l’editore M. Lévy di Parigi raccolse e pubblicò gli articoli più significativi scritti dal Fiorentino per il «Constitutionnel», la «France» e il «Moniteur universel» tra il 1849 e il 1863 nei due volumi di Comédie et comédiens, Paris 1866, e in Les Grands Guignols, 2 voll., Paris, 1870-72, di fatto riconoscendogli un ruolo importante nell’Ottocento letterario francese.

Viceversa della non eccelsa ma chiara fama letteraria di Pier Angelo Fiorentino in Italia, testimonia la scheda apparsa nel 1997, nel Dizionario biografico degli Italiani, della Treccani, a cura di G. Monsagrati, che, tra l’altro lo dice “Discendente di una famiglia molisana che un tempo era stata fiorente per la professione notarile tramandata di padre in figlio”.

Una traccia della famiglia è nel dipinto San Pietro in Vincoli liberato dall’Angelo, di autore ignoto, conservato a Toro, presso la chiesa del Convento Santa Maria di Loreto. La tela “ovata” fa parte di un trittico di tondi risalenti ai primissimi anni dell’Ottocento. Raffigura un noto episodio della vita di San Pietro, narrato negli Atti degli Apostoli. Mentre una guardia dorme, l’Angelo accompagna l’apostolo già anziano a lasciare la cella e a salire i gradini della libertà, su cui restano le catene e una scritta mutila, che rimanda all’anno [18]06 e alla devozione onomastica di un “Petri Angeli Fiore[ntino]”, omonimo e padre del famoso letterato d’oltralpe, secondo la vulgata locale, e certamente residente nella vicina San Giovanni in Galdo, dove almeno un altro Pierangelo Fiorentino risultava censito già nella prima metà del Settecento e dove una piazza del paese è ancora oggi intitolata “Largo Fiorentini”.

Rammaricandosi che “il nostro Molise [abbia] completamente dimenticato questo suo figlio, che è una fulgidissima figura superiore, e di quanto, a tanti che si dicono illustri”, è stato l’arciprete di Oratino Angelo Tirabasso, scrittore e tipografo, nel suo Breve dizionario biografico del Molise, s.d. [ma 1932], ad vocem, ad accogliere e a diffondere la notizia della nascita dello scrittore a San Giovanni in Galdo, e a sostenere che fosse il “secondo genito dei coniugi Pierangelo ed Agnese Diodati campobassana”. Nascita che, sempre a suo dire, sarebbe avvenuta nel 1810, sulla scorta, non di un documento o una testimonianza inoppugnabile, ma di un’argomentazione oltremodo curiosa: “pare non si potesse mettere in dubbio la sua nascita a San Giovanni in Galdo”. Sulla sua scia, si sono posti anche due appassionati cultori di memorie locali, Luigi Fratangelo e Michele Marino che nelle loro opere hanno rilanciato la “fake news” dell’arciprete Tirabasso.

Davvero un pessimo servizio alla verità. Infatti, non c’è traccia della nascita di Pier Angelo junior nei registri parrocchiali e comunali, dove viceversa nel 1806 è annotata la nascita di Teodosio, il primo e unico figlio di Pierangelo e Agnese, forse non sopravvissuto. Infatti, la famiglia Fiorentino o Fiorentini, trapiantata a fine Seicento da Castelbottaccio, si è estinta a San Giovanni proprio con la morte prematura del trentacinquenne Pierangelo senior, il presunto padre dello scrittore, avvenuta probabilmente nello stesso 1810 indicato come anno di nascita del figlio, e con il successivo matrimonio della vedova Agnese Diodati con Luigi Fantetti di Morrone, nella primavera del 1811.

Detto questo, la conferma che lo scrittore Pier Angelo Fiorentino, figlio di Giacomo ed Elisabetta Durelli, è nato a Napoli, esattamente il 30 marzo 1811, arriva dagli studi recenti di Lorenzo Arnone Sipari, Una postilla sulla data di nascita di Pier Angelo Fiorentino (in «Diacritica» VII, 42, 31 dicembre 2021). Ed è a Napoli, precisamente nel villaggio di Trocchia, che il Fiorentino volle essere riportato da morto per essere tumulato in una cappella nei pressi della sua casa di campagna. La disposizione si legge nel testamento, in forza del quale alla vedova e al figlio Marcello, rimasti a Parigi, andò il cospicuo patrimonio del letterato di successo, al netto di cinquantamila franchi legati in dono ai figli del fratello Antonio e di venticimila franchi legati a ciascuna delle due sorelle, Francesca e Raffaela. Fratello e sorelle, le cui esistenze escludono una volta per tutte sia ogni possibile nascita a San Giovanni in Galdo, dove la famiglia era già estinta, sia la pretesa paternità di Pierangelo senior, nel frattempo defunto.

Ciò non toglie che dal Molise e dai notai di Castelbottaccio e San Giovanni in Galdo derivino le origini familiari di Pier Angelo Fiorentino, il “vero autore” de Il conte di Montecristo, ma resta ancora da scoprire come e quando e precisamente quali antenati siano approdati a Napoli, nel corso del Settecento.

 

*scrittore e saggista

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