La Procura di Larino, su imputazione coatta disposta nei giorni scorsi dal Giudice delle indagini preliminari, ha richiesto il decreto di citazione diretta a giudizio a carico del presidente della Regione Francesco Roberti per diffamazione ai danni dell’avvocato Roberto D’Aloisio. La vicenda trae origine di una denuncia querela e da un esposto presentato da Roberti contro il legale, reo, secondo il governatore, di averlo offeso con dichiarazioni pubbliche nelle quali affermava che Roberti non aveva provveduto, a distanza di anni, al pagamento di parcelle professionali. Al proscioglimento dell’avvocato è seguito l’effetto boomerang con Roberti che è stato incriminato dal Giudice delle indagini preliminari e raggiunto da imputazione coatta per diffamazione. Su questa vicenda intervengono con una nota gli avvocati del presidente, Mariano Prencipe e Marcello Benevento. “L’ordinanza del Gip di formulazione dell’imputazione coatta – si legge nel comunicato – ha ad oggetto unicamente una frase contenuta in un esposto presentato dal Presidente Roberti al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Il procedimento disciplinare da cui è scaturito l’esposto dell’ingegnere Roberti è ancora sub judice”.
“Inoltre – prosegue la nota – la scelta del Gip di disporre l’imputazione coatta, si pone in una fase preliminare del procedimento, pertanto nessun decreto di citazione diretta a giudizio risulta ad oggi notificato al Presidente Roberti.
Preme, inoltre, sottolineare – concludono gli avvocati – che per quanto a conoscenza del Presidente Roberti e dei suoi legali egli non risulta indagato per l’ipotesi di calunnia”.