È definitiva la condanna a 24 anni per Pietro Ialongo. La Cassazione ha scritto la parola fine alla vicenda giudiziaria del femminicidio di Romina De Cesare, uccisa nella notte tra il 2 e il 3 maggio del 2022 dall’ex, nella casa a Frosinone dove i due convivevano. La giovane aveva voltato pagina e di lì a qualche giorno sarebbe tornata dal papà, a Cerro al Volturno: ma Ialongo non glielo permise; la aspettò sul pianerottolo, aggredendola con 14 coltellate.
L’uomo, che già nel primo interrogatorio confessò il delitto, fu notato sul litorale pontino dai Carabinieri di Sabaudia, nudo e in stato confusionale, mentre il cadavere della sua ex fidanzata giaceva in un lago di sangue in quello che per tanto tempo era stato il loro nido d’amore.
La Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato dal legale del 41enne, Marilena Colagiacomo, mantenendo la sentenza della Corte d’Assise di Frosinone, confermata poi in Appello a dicembre dello scorso anno.
Parti civili nel processo il padre e il fratello della vittima, assistiti rispettivamente dagli avvocati Danilo Leva e Fiore Di Ciuccio.
Con la pronuncia dei giudici della Prima Sezione si chiude il capitolo giudiziario di un femminicidio che ha scosso la comunità di Cerro al Volturno, in provincia di Isernia, dove i due giovani erano cresciuti e dove ora resta un murale per ricordare la bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi.