Sembrava che le carceri molisane fossero immuni da questo triste fenomeno. Invece, stamattina, nel penitenziario di Campobasso un detenuto si è tolto la vita.
Tre suicidi in poche ore: oltre a quello di via Cavour, si è tolto la vita un paziente dell’ala psichiatra del carcere di Santa Maria Capua Vetere e a Sassari un tossicodipendente è morto per una sospetta over dose.
Salgono così a 38 dall’inizio dell’anno, i casi di suicidio nelle carceri italiane.
Un uomo di 60 anni, originario della Campania, è stato trovato impiccato nella sua cella dagli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Campobasso.
Alla base del gesto un forte stato depressivo, ha fatto sapere Aldo Di Giacomo, segretario del sindacato di polizia penitenziaria, dovuto anche alla lontananza dei suoi familiari.
Il sovraffollamento e l’assenza di servizi di assistenza psicologica e sanitaria sono le prime cause.
La situazione è allarmante e registriamo – ha detto ancora il sindacalista – che sul problema del sovraffollamento delle carceri il Ministro Nordio nel giro di poco tempo è passato dalla ristrutturazione di ex caserme militari alle celle container sino alla impossibilità di costruire nuovi istituti penitenziari.
Per Vincenzo Boncristiano, responsabile in Molise dell’associazione Antigone, corpi ammassati in celle chiuse, spazi inadeguati, tensione alle stelle, condizioni igieniche e sanitarie inaccettabili, poliziotti in difficoltà, direttori provati, medici preoccupati, volontari a malapena tollerati, rendono la situazione carceraria esplosiva.
Non serve costruire nuove carceri, perché occorrerebbero 52 strutture per una spesa di 1 miliardo e 300 milioni. Né servono nuovi reati, come quelli introdotti dal decreto sicurezza che non garantiscono alcuna sicurezza. Serve piuttosto un sistema penale, ha concluso Boncristiano, che rispetti l’ articolo 27 della costituzione nella consapevolezza che la recidiva si abbatte con misure alternative alla detenzione carceraria e con trattamenti penitenziari rispettosi della dignità umana .