Scosso dal generale torpore che spesso ne contraddistingue le sedute, il Consiglio regionale del Molise oggi ha vissuto una giornata da risorgimentale. Non sono state le 5 Giornate studiate a scuola sul sussidiario, ma poco c’è mancato. Argomento dell’aspra contesa tra maggioranza e opposizione e tra parte dell’opposizione e l’opposizione stessa è stato il Piano Sociale Regionale 2025 – 2027 portato oggi in approvazione. Un piano che contiene al proprio interno una riforma che ha acceso le polveri: la ristrutturazione, e la conseguente riduzione da sette a tre, degli ambiti territoriali sociali. A proporre, e difendere la riforma, la consigliera delegata alle Politiche sociali, Stefania Passarelli
Sul punto più alto della barricata dei contestatori, la Capogruppo in Regione del PD, Micaela Fanelli.
A sorpresa, con un intervento molto critico verso i sindaci che per protesta erano in aula, il Capogruppo del M5S in regione, Greco, ha scelto la strada dell’astensione, pur tentato dall’approvazione. Per Greco la riforma presenta elementi condivisibili e non esautora affatto i sindaci dal loro ruolo di riferimenti territoriali.
L’aspra discussione che ha preceduto l’adozione del nuovo Piano Sociale Regionale si è sviluppata non solo all’interno dell’aula di Palazzo D’Aimmo ma anche fuori dove hanno manifestato la propria contrarietà numerosi sindaci e di Comuni importanti. Presenti, tra gli altri, anche i sindaci di Campobasso e Isernia. Tra i territori che esprimono doglianze per la riduzione degli ambiti, c’è il Comune di Riccia.
Davanti a Palazzo D’Aimmo c’erano anche i sindaci di Agnone e Larino, Daniele Saia e Pino Puchetti, rispettivamente anche presidenti delle province di Isernia e Campobasso. Da entrambi una critica comune: non ha senso riformare un sistema che ha dato ampia prova di validità.