Si è svolto a Petrella Tifernina un partecipato incontro pubblico promosso dall’Unione dei Comuni “Tifernum”, per affrontare l’annosa questione della fauna selvatica fuori controllo, con particolare attenzione alla crescente presenza di cinghiali e lupi.
All’incontro, oltre al presidente dell’Unione e sindaco di Petrella Tifernina, Alessandro Amoroso, hanno partecipato il sindaco di Matrice, Arcangelo Lariccia, il vicesindaco di Montagano, Francesca Primiano, e il sindaco di Macchia Valfortore, Gianfranco Paolucci, attuale presidente regionale di ANCI Molise.
Numerosa la partecipazione del pubblico, con presenze provenienti da diversi comuni della regione, inclusi centri della provincia di Isernia. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto aperto e costruttivo tra amministratori, tecnici del settore, allevatori, agricoltori e cittadini, con l’obiettivo di fare il punto sulla situazione attuale e individuare possibili soluzioni condivise.
Presenti anche il Comitato Agricoltori e Allevatori del Territorio, rappresentato dal presidente Guglielmo Lauro e dal vicepresidente Mario Vena, il presidente dell’Unione Italiana Professionalità in Agricoltura (UIPA), Libero Barone, e Guerino Capaldi, esperto di controllo faunistico.
«Il problema della fauna selvatica incontrollata è un problema di tutti» – ha dichiarato Alessandro Amoroso, presidente dell’Unione dei Comuni “Tifernum” che ha annunciato la redazione di un documento ufficiale da consegnare al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Amoroso ha spiegato che il documento conterrà una richiesta precisa e motivata di intervento per una modifica urgente della Legge n. 157 del 1992, in particolare degli articoli 18 e 19, che oggi risultano inadeguati a gestire l’attuale emergenza legata alla fauna selvatica.
Il documento vuole anche rappresentare un segnale forte che proviene anche dal Molise, una piccola regione colpita duramente da questa problematica. L’iniziativa punta a dimostrare che anche i territori minori possono e devono far sentire la propria voce a livello nazionale, richiedendo attenzione, ascolto e soluzioni concrete.
L’articolo 18, che disciplina il prelievo venatorio, prevede limiti molto rigidi sull’attività di caccia e sulle categorie autorizzate a intervenire. Questo vincolo, di fatto, rende estremamente difficile agire anche in situazioni di evidente pericolo per la sicurezza pubblica o in presenza di gravi danni alle attività agricole.
L’articolo 19, invece, regola i cosiddetti “piani di controllo”, cioè gli interventi straordinari sulla fauna selvatica. Tuttavia, la sua applicazione è subordinata al parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e a un iter burocratico lungo e complesso, che mal si concilia con l’urgenza con cui spesso è necessario intervenire sul territorio.
Le modifiche richieste mirano dunque a semplificare e velocizzare le procedure, a consentire l’intervento diretto delle amministrazioni comunali e delle polizie locali, soprattutto nei contesti urbani e periurbani, e ad ampliare le possibilità di azione anche al di fuori dei limiti imposti dal calendario venatorio, permettendo il coinvolgimento di soggetti formati e autorizzati come agricoltori, allevatori o volontari abilitati.