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venerdì, Maggio 23, 2025

“Niente è perduto“, l’ultimo libro di Nadia Verdile: la recensione di Marilena Ferrante

Evidenza“Niente è perduto“, l'ultimo libro di Nadia Verdile: la recensione di Marilena Ferrante

“Niente è perduto. Maria Sofia Wittelsbach. La regina senza regno“ è l’ultimo libro di Nadia Verdile, docente , scrittrice e giornalista del Mattino, per i tipi di Pacini Fazzi Editore ed inserito nella Collana “Le Italiane” diretta da Nadia Verdile.
Il libro narra la sofferta storia della bavarese Maria Sofia Wittelsbach, ultima regina del Regno delle due Sicilie , moglie di Francesco II che corre parallelamente con la storia della dinastia dei Borbone nel loro momento di decadenza fino ad arrivare al tramonto e all’avvento dell’Italia savoiarda.
La figura della regina “ senza regno” domina tutta la narrazione che diventa la possibilità di indagare il cuore della regina , nella sua intimità, e conoscerne la forza, la resistenza fisica e psicologica al cospetto della dura realtà che viveva il suo regno , in un momento storico di profondo cambiamento politico e sociale che attraversava la nostra penisola fino ad arrivare all’Unità d’Italia.
Donna emancipata , nata , come ella diceva “per godere della vita” , e per quello stesso piacere orientata a gesti epici. Divenne la regina soldata, chiamata “ novella Giovanna D’Arco” dalle cronache dell’epoca che si recava sui campi di battaglia , negli ospedali per aiutare i feriti, indossando una personale uniforme, quando fu necessario difendere il Regno.
Allo stesso modo fu vicina ai moti di ribellione della guerra civile, di quel brigantaggio, che lei stessa appoggiò perché determinato ed animato dall’istinto di sopravvivenza delle genti del Meridione che si vedevano defraudati delle loro terre , del loro senso di appartenenza ad un regno che non era più.
Maria Sofia colpisce per la modernità della sua espressione di vita, segnata dalla ribellione ad ogni forma di sottomissione , compresa la volgarità maschilista manifestata in più momenti attraverso macchinazioni che colpiscono , come spesso accade, il corpo delle donne , denudandolo della sacralità legata a quell’involucro intimo e personale e non ricattabile per giochi meschini e sessuali.
Questo libro riporta alla centralità il ruolo delle regine che nel corso della storia, sono spesso pedine di disegni superiori , legati alle regole di successione e del potere.
Le mille peripezie che accompagnano Sofia , la colpiscono duramente , ma ella , come fiore nel deserto , come la ginestra, ha la capacità di affrontare con la stessa potenza i drammi personali come una vera eroina anche quando la sua corona va in pezzi e dopo di essa va in pezzi tutto il suo mondo affettivo , con perdite dei familiari , delle sue figlie infanti.
La penna arguta di Nadia Verdile disegna una immagine di donna coraggiosa , avanguardista intorno alla quale si avvolgono i fatti storici con una ampia e dettagliata ricostruzione.
Come sempre l’autrice ci trasporta nel mondo delle donne , delle loro storie , dei loro drammi , ma anche della loro determinazione.

L’autrice
Nadia Verdile è nata a Napoli, vive a Caserta, le sue origini sono molisane. Docente di Italiano e Storia presso Licei, titolare di seminari universitari, relatrice in convegni di studio, giornalista per “Il Mattino”, autrice di numerosissimi saggi, monografie e volumi didattici. Ha diciannove libri all’attivo, molti suoi saggi sono stati pubblicati in riviste nazionali ed internazionali.

Marilena Ferrante
Nasce a Isernia, dove vive tuttora. Docente di Lettere presso la Scuola secondaria di primo grado “San Giovanni Bosco”, giornalista pubblicista e scrittrice.
Ha pubblicato quattro raccolte poetiche: “Quel che avrei potuto dirti” (2015), “Un passo dal cuore” (2016), entrambe per Volturnia Edizioni, “Gli occhi del silenzio“ (Bertoni Editore, 2021) e “Nuda memoria” (SetArt Edizioni, 2024). Ha scritto anche il romanzo “La neve di marzo” per L’Erudita di Giulio Perrone (2021).
Molti suoi scritti sono presenti in antologie letterarie quali “Vite che tremano” (Volturnia edizioni , 2016), “Cartoline dalla terra che forse esiste” (L’Erudita, 2018) e altre ancora.

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