Ancora tu. Dovremmo scomodare Lucio Battisti e la musica leggera per trattare quella che invece è una questione pesante. Parliamo della Sanità e questa volta con riferimento non a quella pubblica, sugli scudi tutti i giorni, ma a quella privata. Un settore che assorbe in Molise circa 5000 addetti scesi sul piede di guerra per il mancato rinnovo contrattuale di categoria. Un rinnovo appeso e atteso da sei anni. Tanti infatti ne sono trascorsi dalla scadenza dell’ultimo documento sottoscritto.
Le principali organizzazioni sindacali hanno sollecitato più volte le parti datoriali al rinnovo ma senza ottenere alcun risultato. Adesso, davanti al nulla di fatto, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato la mobilitazione di settore. Il prossimo 22 maggio i lavoratori della sanità molisana incroceranno le braccia per quattro ore dalle 10 alle 12. I lavoratori delle strutture private accreditate e delle Residenze Sanitarie Assistenziali si sono dati appuntamento sotto il palazzo della Giunta regionale. “Basta alibi – hanno scritto in una nota – servono tutele e dignità”. “Quella che stiamo vivendo – denunciano i sindacati – è una situazione indecente, aggravata dal continuo rifiuto delle controparti datoriali di avviare un confronto serio. A pagare il conto – proseguono – sono sempre i lavoratori, in termini di salari fermi, carichi di lavoro crescenti, e totale assenza di prospettive.
Le sigle sindacali si rivolgono al presidente della Regione, Roberti, al quale chiedono di usare il pugno di ferro. “Chiediamo un atto politico forte – scrivono – subordinare l’accreditamento e il rinnovo delle convenzioni con le strutture private al rispetto dei contratti collettivi nazionali. E’ una misura di civiltà e non una provocazione”, concludono Cgil, Cisl e Uil, che hanno chiesto un incontro al presidente della Regione e all’assessore Iorio.