Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del Presidente di Responsible Research Hospital, Stefano Petracca
“Negli ultimi giorni – e, a ben vedere, negli ultimi mesi – il nostro ospedale è stato oggetto di una crescente attenzione mediatica, talvolta comprensibile, altre volte meno. Alcune critiche sono state legittime e ci hanno aiutato a riflettere, ma molte affermazioni diffuse pubblicamente hanno travalicato il confine del confronto, sfociando in accuse infondate, attacchi personali e distorsioni dei fatti.
Non intendo tacere.
Come Presidente di Responsible Research Hospital, sento il dovere – e l’orgoglio – di intervenire in prima persona per fare chiarezza. Lo faccio con determinazione ma anche con spirito di ascolto, perché chi lavora nella sanità sa che la forza più grande non è nell’alzare la voce, ma nel restare fedeli al proprio impegno, anche quando è più difficile.
Un passato che non ci appartiene, ma che ci siamo assunti con responsabilità
Molti attacchi recenti si sono concentrati su un contenzioso pregresso, che riguarda la fornitura di sangue da parte del centro trasfusionale Asrem alla struttura, in un’epoca antecedente all’arrivo di Responsible. Una sentenza di primo grado ci ha condannati al pagamento di 1,8 milioni di euro, oggi oggetto di appello. Non ci sottraiamo al confronto né alla giustizia, ma ci preme sottolineare che quel debito – ammesso e non concesso nella sua legittimità definitiva – si colloca in un contesto ben più ampio e complesso.
Nel frattempo, Responsible vanta crediti nei confronti della Regione Molise di gran lunga superiori alla cifra contestata, per prestazioni salvavita regolarmente erogate tra il 2019 e il 2022. Prestazioni non disponibili altrove nella Regione e tutelate da contratti firmati e da sentenze del Consiglio di Stato e del TAR Molise.
Eppure, proprio mentre continuiamo a garantire cure a pazienti oncologici, cardiologici, e a chi non ha alternative, nonostante il confronto verbale, ci siamo visti bloccare i conti correnti con un pignoramento silenzioso, notificato il 22 aprile. Solo un atto di pignoramento, in pieno periodo festivo, che ha paralizzato ogni pagamento: stipendi, forniture mediche, presidi essenziali.
“In quei giorni siamo rimasti in silenzio solo perché stavamo lavorando in silenzio. Per tutelare i pazienti, per pagare i dipendenti, per evitare che il rumore superasse il senso.”
Nonostante tutto, abbiamo scelto il dialogo
Non abbiamo mai negato le difficoltà. Ma mentre si parlava di noi sui giornali, noi parlavamo con le istituzioni. Abbiamo partecipato a ogni tavolo tecnico, abbiamo redatto proposte, cercato soluzioni, messo a disposizione risorse e pazienza. Il 28 aprile avevamo già pronta una bozza di accordo transattivo per risolvere la vicenda. Abbiamo atteso, sollecitato, incontrato il Prefetto.
Siamo rimasti allibiti quando, di fronte alla nostra preoccupazione per il paventato rischio di non poter garantire forniture e terapie, anche salvavita, ci è stato risposto che “i pazienti possono anche essere trasferiti”. Eppure, noi abbiamo scelto di restare. Di garantire le cure. Di non mollare.
“Chi si prende cura delle persone non scappa davanti alle difficoltà. Resta, combatte, cura.”
Il 6 maggio è stato finalmente firmato l’accordo. Il bonifico è stato disposto, le evidenze contabili inviate, ma anche allora si è scelto di attendere l’effettivo accredito prima di procedere alla rinuncia al pignoramento. Solo venerdì 9 maggio si è provveduto alla rinuncia. Lunedì 12 maggio i conti sono stati sbloccati e abbiamo pagato gli stipendi. Nessun paziente è rimasto senza cura. Nessun reparto ha chiuso.
Ai nostri collaboratori e partner: grazie. Di cuore.
Medici, infermieri, OSS, tecnici, amministrativi: siete stati e siete il cuore pulsante di questo ospedale. In quei giorni in cui tutto era bloccato, avete continuato a esserci. A curare, a rassicurare, a credere. Le vostre mani hanno tenuto saldo il filo della fiducia con i pazienti, quando tutto sembrava vacillare.
“Non siamo una semplice azienda. Siamo una comunità che cura. Una comunità che ci mette l’anima.”
Responsible c’è. Per il Molise, per la sanità pubblica, per i cittadini
Nel 2023 i nostri cardiologi hanno garantito l’operatività di reparto dell’ospedale di Termoli. Nel 2024 i nostri chirurghi hanno coperto i turni di chirurgia d’urgenza dell’ospedale di Termoli. I nostri anestesisti hanno riattivato la camera iperbarica di Larino, oggi un fiore all’occhiello della Regione. E tutto questo, senza speculazioni, chiedendo solo rispetto.
Rispetto per il lavoro, per il valore delle cure, per l’integrità delle persone che ogni giorno affrontano malattia, dolore, paura.
Non siamo perfetti. Ma siamo presenti. Siamo coerenti. E siamo determinati.
La sanità molisana è in crisi da anni, sotto commissariamento perenne. Noi, al contrario di altri, non abbiamo scelto la via delle cause o dello scontro frontale. Abbiamo preferito il dialogo, anche quando ci costava. Abbiamo investito, garantito livelli occupazionali, costruito eccellenze cliniche. E continueremo a farlo.
“Il Responsible Research Hospital è un’impresa benefit. Ma prima ancora, è un presidio di fiducia, umanità e cura. Il Molise può contare su di noi. E noi continueremo a esserci.”
Con trasparenza. Con responsabilità. Con umiltà”.
Stefano Petracca
Presidente
Responsible Research Hospital