Era il 23 novembre del 1993, quando il piccolo Giuseppe Di Matteo fu rapito dagli uomini dell’ala stragista di Cosa Nostra per costringere il papà Santino a non collaborare con la giustizia. Un sequestro che finì con un barbaro omicidio: dopo quasi tre anni di prigionia, il bambino, dodici anni appena, venne strangolato e sciolto nell’acido.
A raccontare quella terribile storia ci sono voluti anni e le dichiarazioni dei pentiti. Per non dimenticare quel sacrificio, a Castelpetroso sarà installata una lapide dedicata a Giuseppe Di Matteo, vittima innocente della mafia. Stamattina nella basilica minore di Maria Addolorata la presentazione della targa con il parroco antimafia padre Maurizio Patriciello: un gesto quello di dedicare una lapide al piccolo Giuseppe affinché la sua morte faccia da monito nella lotta alla criminalità organizzata.
A benedire la targa dedicata a Giuseppe Di Matteo, il vescovo della diocesi Campobasso-Bojano, don Biagio Colaianni. Presente anche la mamma coraggio, impegnata nella lotta alle malattie rare, Palmina Giannini.